“Liberi dal Keu”. A piedi e in bicicletta per chiedere le bonifiche dei siti contaminati da cromo esavalente

Torna per il secondo anno “Liberi dal Keu” manifestazione nei luoghi simbolo dell’inchiesta della Dda di Firenze tra inquinamento ambientale dei rifiuti delle concerie e infiltrazioni della criminalità organizzata.
Sabato prossimo anche il Valdarno si mobilita per chiedere le bonifiche dei siti contaminati. L’appuntamento è fissato per le 9 in piazza della Pace a San Giovanni Valdarno, nel quartiere Oltrarno, per chi parteciperà alla camminata su un anello di 9 chilometri del sentiero 35 Cai, passando da Badiola, Riofi e il raccordo della SP7 nel comune di Terranuova; alla stessa ora, ma alla stazione ferroviaria sangiovannese per chi sceglierà la bicicletta. Il rientro per tutti è previsto alle 12,30 circa.
La manifestazione è promossa da Acli Arezzo, Agricoltori mercato coperto Montevarchi, Agripunk, Arci Valdarno, Associazione Culturale Masaccio, Associazione per la Valdambra, CAI Valdarno, Compagnia dell’Orsa di Reggello, Coop21, Diesis Teatrango, FIAB Arezzo, CGIL Valdarno, Gr.I.G. (Gruppo d’Intervento Giuridico), ì Bercio, Legambiente Valdarno Superiore, Libera Valdarno, Materiale Sonori, Orto X Orto, Passo dopo passo, Presidio Libera ‘Giovanni Spampinato’. Hanno aderito anche Cgil, Cisl e Uil di Arezzo.
L’obiettivo degli organizzatori è tenere alta l’attenzione sugli sviluppi dell’inchiesta, sulle bonifiche da compiere ma anche sul rischio di infiltrazioni mafiose nel territorio.
“L’inchiesta Keu – ricordano – è iniziata nel 2021 quando in seguito alle operazioni condotte dai ROS dei Carabinieri e coordinate dalla D.D.A. della Toscana furono contestati i reati di associazione a delinquere aggravata dall’agevolazione mafiosa, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, inquinamento ambientale, impedimento del controllo da parte degli organi amministrativi e giudiziari. Secondo quanto emerso dalle indagini l’Associazione conciatori di Pisa con il Consorzio Aquarno avrebbero messo in piedi un sistema di liquidazione dei rifiuti reflui e fanghi industriali prodotti nel distretto conciario tra le province di Firenze e Pisa. Sarebbero stati 200mila tonnellate all’anno le ceneri e i fanghi inquinanti prodotti dalla depurazione degli scarichi conciari smaltiti illegalmente e che venivano riversati in terreni agricoli o utilizzati come materiale di sottofondo nei cantieri stradali o di ricopertura nelle province di Pisa, Arezzo, Firenze, materie con un’elevata concentrazione di sostanze tossiche, potenzialmente cancerogene, come cromo, rame, zinco cadmio, antimonio e selenio”.
L’inchiesta ha riguardato anche il Valdarno per quanto riguarda l’inquinamento ambientale e per il possibile coinvolgimento della criminalità organizzata di stampo mafioso. Nei tre siti contaminati, due nel territorio di Bucine e uno a Terranuova, è stata constatata oltre alla presenza di keu anche quella di arsenico in concentrazione superiore a quella consentita dalla legge, molto probabilmente proveniente da scarti di industrie orafe.
“Sul versante dell’iter processuale non sembra ci siano novità – proseguono gli organizzatori – ma questa fase non sembra ancora conclusa e si è in attesa del pronunciamento del GUP nelle prossime settimane. Nel processo si sono costituite parte civile Regione Toscana, Comune di Bucine, Empoli, Pisa, Pontedera e anche CGIL Toscana, Legambiente Toscana, Libera – associazioni nomi numeri contro le mafie, mentre il fronte per le adesioni delle associazioni di categoria è ancora aperto. Nello scorso febbraio l’Autorità giudiziaria ha affidato ad un Amministratore giudiziario l’avvio della ‘messa in sicurezza’ delle aree contaminate. Un primo segnale positivo -concludono – ma sicuramente non risolutivo in quanto l’obiettivo deve essere la bonifica dei 13 siti contaminati in Toscana”.

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