Iniziati a metà luglio, sono stati ultimati i lavori di messa in sicurezza dell’area dove sorge l’impianto di frantumazione inerti “Lerose S.r.l.” a Levane, nel comune di Bucine, al centro dell’inchiesta sullo smaltimento illecito di keu, i residui di lavorazione dei fanghi di conceria di Santa Croce sull’Arno. Adesso manca la bonifica per la quale dovranno essere Trovate le risorse necessarie. Questa mattina la consegna dei lavori alla presenza, tra gli altri, del sindaco di Bucine Nicola Benini e di Marcella Vulcano coadiutrice giudiziaria.
“Abbiamo lavorato duramente con l’amministratore giudiziario Fabio Cesare per raggiungere questo importante risultato – ha ricordato la coadiutrice giudiziaria avv. Marcella Vulcano . Una tappa importante alla quale siamo giunti dopo mesi di lavoro che ci ha visto impegnati sotto la supervisione del giudice delegato Dott. Alessio Innocenti coinvolgendo diversi soggetti, come la società di consulenza ambientale, la direzione dei lavori e la società aggiudicatrice dei lavori. Ci sono state innumerevoli interlocuzioni anche con la Regione Toscana con Arpat e il Comune di Bucine”.
“La messa in sicurezza è consistita in un lavoro di copertura provvisoria tramite teli HDPE con riprofilatura dei rifiuti. Oggi è stato raggiunto un importante obiettivo che mitiga i rischi di contaminazione impedendo che le acque piovane vengano a contatto con i rifiuti e quindi possano inquinare il terreno sottostante. Tuttavia bisogna dire che si tratta di una fase intermedia perché è necessaria una bonifica definitiva del sito per la quale purtroppo la procedura non ha le necessarie risorse finanziarie. Con le risorse limitate che siamo riusciti a portare anche attraverso la vendita di beni della società in sequestro, siamo riusciti a mettere in sicurezza il sito di Pontedera e questo di Bucine. Auspichiamo di riuscire a coprire anche la zona collinare sovrastante l’impianto di Bucine. Per la bonifica definitiva dei tre siti occorreranno maggiori risorse finanziare che potrebbero essere messe a disposizione dalla Regione Toscana o da altri soggetti ritenuti corresponsabili dell’inquinamento dall’autorità giudiziaria e dagli enti autorizzativi”.
“Tutti i cumuli di materiale sono stati delimitati e messi in sicurezza – ha proseguito il sindaco di Bucine Nicola Benini – realizzando anche dei fossi di regimazione delle acque meteoriche. Oggi abbiamo anche avuto un primo contatto con le aziende che si sono rese disponibili a valutare un intervento di bonifica e questo sarebbe un ulteriore step importantissimo. Quanto alla collinetta che sovrasta l’impianto, nelle settimane scorse Arpat ha realizzato ulteriori accertamenti e analisi per capire l’effettivo livello e quantitativo di sostanze presenti e quale progetto o di messa in sicurezza o di bonifica realizzare in quella zona”.