E’ un progetto importante e ambizioso. Lo scopo è quello di facilitare l’inserimento dei disabili nella vita sociale e avviarli verso un percorso di vita indipendente. L’intervento si muove in due direzioni: la prima si prende in carico portatori di handicap ai quali è mancata l’assistenza tradizionale della famiglia, in genere per il decesso dei familiari o dei parenti più stretti; la seconda si occupa invece di garantire il diritto di ogni cittadino ad avere una vita autonoma, ovviamente con la necessaria assistenza sociosanitaria. Il progetto sperimentale, promosso dalla Asl, riguarda proprio il Valdarno, attraverso il coinvolgimento di venti disabili di zona, ed è portato avanti grazie al coordinamento di Laura Brizzi, responsabile dell’unità funzionale alta integrazione della zona Valdarno e su sollecitazione della conferenza dei sindaci e con l’approvazione della Regione Toscana. Tutte le azioni sono svolte all’interno di alcuni appartamenti di San Giustino e San Giovanni. A San Giustino sono protagoniste persone che provengono dalle proprie abitazioni e per loro è previsto un inserimento lavorativo socio assistenziale od occupazionale. Lo scopo è quello di aiutarli nella ricerca di una vita indipendente, svincolata dalla famiglia di origine. I disabili “ospitati” a San Giovanni Valdarno, invece, per vari motivi, non hanno famiglia e il compito degli operatori, in questo caso, è ancora più delicato. Insomma, esperienze di grande impatto a garanzia dei diritti dei portatori di handicap.