Stabilimento termale in Valdambra. Ultimi step. Il 2023 potrebbe essere un anno decisivo

Il 2023 potrebbe essere un anno importante, se non addirittura decisivo, per la realizzazione del centro termale in Valdambra, al confine con Castelnuovo Berardenga e quindi con la provincia di Siena e il Chianti. Una ipotesi di cui si parla da quasi un decennio, ma che sta avanzando in maniera decisa. Siamo infatti arrivati ad uno step importante ed entro la fine del mese di dicembre potrebbe essere definito il contratto di somministrazione tra la società proprietaria dei pozzi termali e la società che ha presentato il progetto. Un documento che dovrà essere validato dal comune di Castelnuovo Berardenga, dove si trovano i pozzi. La struttura, invece, sorgerà nel comune di Bucine, a due passi dall’abitato di Montebenichi. A quel punto si passerà all’approvazione del progetto definitivo. L’iter va avanti da tempo.
Nel 2021 si è conclusa la conferenza dei servizi convocata con le istituzioni e gli enti interessati per determinare il quantitativo della risorsa idrica disponibile e utilizzabile per realizzare il complesso. Un passaggio necessario e in linea con le normative perché i pozzi, come ricordato, si trovano nel comune di Castelnuovo Berardenga che dovrà quindi consentire lo sfruttamento dell’acqua ai fini termali. In precedenza il progetto era stato validato per gli altri aspetti di natura urbanistica. L’impianto dovrebbe prevedere la costruzione di due piscine per una superficie totale di circa 700 metri quadri, con i servizi accessori di bar e ristorante per la clientela. Insomma, il traguardo non è poi così lontano. Il nuovo centro termale potrebbe imprimere una svolta decisiva ad un turismo che già rappresenta una risorsa importante per il territorio. Basti pensare al giovamento che potrebbe trarne il centro riservata ai giocatori di polo, che sorge proprio in prossimità del futuro stabilimento. Ma tutte le strutture ricettive potrebbero comunque beneficiarne.
La Valdambra e Bucine possono infatti contare su un numero record di agriturismi. Del progetto si parla ormai dal 2013, quando una conferenza dei servizi organizzata dal comune di Bucine e un’apposita istanza del comune di Castelnuovo Berardenga manifestarono l’idea di sfruttare i circa 2.000.000 di litri d’acqua calcarea che vengono immessi nel torrente Ambra dopo un processo di estrazione di CO2. Acqua riconosciuta di tipo termale con apposito decreto del Ministero della Sanità. Questo complesso costituirebbe il primo polo termale nella storia del Valdarno. Le terme saranno realizzate recuperando i volumi esistenti e qualificheranno ancor più la zona. Insomma, una grande opportunità, perché oltre a calamitare i flussi turistici tradizionali, formati in gran parte da stranieri, le terme consentirebbero di allargare la platea agli appassionati del genere provenienti da tutta Italia e di allungare la stagione turistica ben oltre la primavera e l’estate. Oggi molti valdarnesi si recano a Rapolano, la mèta più vicina, per fare bagni tonificanti. In un futuro prossimo anche la vallata potrebbe ospitare uno stabilimento. Il sindaco di Bucine Nicola Benini non si sbottona sulla tempistica. Ma la sensazione è che la svolta sia vicina.

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