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Il sindaco Simona Neri a San Giuseppe Jato, il luogo dove venne ucciso dalla mafia il piccolo Di Matteo

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Il sindaco di Laterina Pergine Valdarno Simona Neri a San Giuseppe Jato per ripercorrere la terribile vicenda del piccolo Giuseppe Di Matteo, strangolato e sciolto nell’acido dalla follia mafiosa. Da ieri la Neri si trova in Sicilia, ospite della comunità di Cinisi, paese del palermitano che ha dato i natali a Peppino Impastato, molto legato a Laterina Pergine. Domani ricorrono 44 anni dall’omicidio di Impastato e il sindaco valdarnese prenderà parte ad una manifestazione che viene svolta tutti gli anni e a cui prendono parte associazioni, istituzioni, amici e naturalmente i familiari. Il corteo si snoderà per le vie del paese fino ad arrivare alla sua abitazione, trasformata in casa della memoria. Ieri ha però vissuto una giornata molto particolare, nel luogo in cui fu ucciso il piccolo di Matteo.

Era il 1993, eravamo nel pieno delle stragi mafiose. Il bambino fu rapito per ordine di Brusca in un maneggio, nel momento in cui stava coltivando la sua grande passione, l’equitazione, per cercare di costringere il padre pentito a ritrattare sulle proprie testimonianze contro la cosca mafiosa. La sua fine ha smosso le coscienze. Fu infatti strangolato e sciolto nell’acido nel 1996, dopo 779 giorni di prigionia e di stenti, detenuto in uno squallido casolare, nascosto in una stanza segreta da cui si accedeva con un montacarichi a scomparsa progettato proprio per l’occasione.

“Ieri mattina, insieme ai miei compagni di viaggio, siamo stati a visitare proprio questo sito, che adesso è stato demolito – ha detto la Neri – al suo posto sorge uno spazio comunitario portatore di cultura, di legalità, di futuro. Una struttura bella, integrata con l’ambiente circostante, che accoglie studenti e non solo, che promuove il territorio e in un bellissimo giardino della memoria custodisce le essenze storiche di questa terra ricca di storia. È impossibile uscire da qui senza piangere”.
“Abbiamo incontrato i due ragazzi che gestiscono questo centro con il supporto dell’associazionismo locale e nazionale, due giovani archeologi appassionati con gli occhi illuminati dall’amore per la propria terra, impegnati nella promozione della legalità – aggiunto il sindaco di Laterina Pergine – Ci hanno parlato con emozione dei progetti futuri di cui sarà protagonista la struttura e dei tanti gruppi che già stanno effettuando attività al suo interno”.
Come ha ricordato la prima cittadina, il valore della riconversione dei beni confiscati alla mafia è proprio questo. Unire la memoria di queste vicende criminali, che va tramandata soprattutto ai giovani, nel ricordo del sacrificio di tutti quelli che hanno perso la vita per mano della criminalità organizzata.
Ma sempre con lo sguardo fisso al futuro – ha concluso- un futuro da costruire investendo nella conoscenza della storia e delle nostre radici, nella cultura e nella legalità”.

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