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Area attorno alla discarica. Naldini chiede alla Regione di controllare tutti i pozzi privati

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“Sia avviata con urgenza, da parte della Regione Toscana, una campagna di controllo delle acque di tutti i pozzi privati collocati, in un ampio raggio, attorno alle aree potenzialmente inquinate dal Keu e dai contaminanti della discarica”. La richiesta, ufficiale, è stata inviata il 14 febbraio scorso ai palazzi regionali da Catia Naldini,
in qualità di rappresentante dei cittadini nell’osservatorio di Podere Rota e a firma del direttivo del comitato “Vittime di Podere Rota”. Nella lettera si chiede anche che “siano attivare le opportune indagini sanitarie per controllare lo stato di salute dei cittadini e la possibile correlazione con il potenziale inquinamento del territorio e con le acque dei pozzi dell’area interessata”.
La Naldini ha sottolineato che, a seguito di tutto quello che sta emergendo, i cittadini della zona sono molto preoccupati per la propria salute. “I proprietari dei pozzi privati mi chiamano continuamente per sapere cosa fare, le loro richieste vengono infatti “rimbalzate” tra Asl, Arpat e ufficio ambiente del comune di Terranuova Bracciolini che non sanno dare rassicurazioni. Sembra che a nessuno di questi enti spetti la competenza dei controlli. Ho quindi ritenuto necessario formulare questa richiesta ufficiale”.
E’ stato ricordato che non tutta la zona interessata è ancora raggiunta dal servizio pubblico di acqua potabile. L’ultima campagna di controllo dei pozzi privati risale a più di 10 anni fa, fu prescritta dalla Conferenza dei Servizi nella procedura dell’ampliamento della discarica di Podere Rota del 2011. “Ad oggi nessuno si è più preoccupato e tantomeno occupato di controllare e monitorare questi pozzi. Oltretutto – ha proseguito – ci risulta che in una piccolissima frazione della Badiola, in famiglie diverse, si presentino patologie renali con un certa incidenza, che la Asl potrà approfondire”.
La rappresentante dei cittadini dell’Osservatorio sulla discarica ha quindi deciso di rivolgersi alla Regione Toscana, nello specifico alla direzione ambiente e energia e al commissario straordinario per il presidio e coordinamento dell’attività in materia ambientale – indagini Keu – confidando che la richiesta venga accolta con urgenza.
“Sono oltre 15 anni che la nostra attività è incessante e centrata sulle tematiche attuali ora care a tutti. Il nostro impegno viene da lontano, per noi parlano i fatti – ha proseguito – Ricordo che da oltre 10 anni sono in mezzo alla gente, disponibile ogni giorno (anche di notte) a raccogliere le segnalazioni dei cittadini e riportarle agli enti di controllo con i quali collaboro, in attesa di un monitoraggio dei disagi scientificamente riconosciuto e funzionale, o di qualcuno che se ne faccia carico. Come comitato abbiamo fatto tutto il possibile, con ogni mezzo e con tanto impegno e anche tante spese economiche per fermare lo scempio che si stava perpetrando nel nostro territorio. Abbiamo presentato vari esposti, anche in procura, con le stesse evidenze per le quali oggi si chiede la caratterizzazione, la bonifica e la sospensione del Paur per l’ampliamento”.
Per Naldini i suoi collaboratori il sito andava da tempo chiuso e bonificato e, anziché la sospensione, il procedimento andava ritirato e rigettato. “Noi non ci fidiamo di questa sospensione – ha continuato – non possiamo non temere che dietro non si nasconda “qualcosa”. Ci siamo già passati con l’ultimo procedimento di ampliamento, durato ben tre anni e sospeso più volte, per poi arrivarci, senza la caratterizzazione richiesta anche allora dalla conferenza dei servizi. Comunque, al di là di quelle che saranno le considerazioni tecniche o politiche e gli esiti delle indagini, al di là delle decisioni che verranno prese per la chiusura o no della discarica, noi andremo avanti come sempre. Ora – ha aggiunto – dobbiamo porre tutta l’attenzione ai rischi che corriamo per la nostra salute e il nostro ambiente e vogliamo che sia fatta chiarezza sulle contaminazioni possibili del suolo, delle falde dei pozzi e sulle responsabilità, tecniche o politiche che ci potranno essere. Se le indagini e la caratterizzazione evidenzieranno inquinamento, il responsabile non può farla franca”.
Infine un accenno alle ultime prese di posizione. “Credo che nessuno possa cantare vittoria, prendersi meriti o dichiararsi soddisfatto per quanto ottenuto. Abbiamo perso tutti. Anche io sento di aver perso – ha concluso Catia Naldini – non ce l’ho fatta, insieme ai compagni del comitato e delle liste civiche, a far chiudere in tempo la discarica, ma una cosa che sento di non aver perso è la nostra dignità, perché abbiamo fatto tutto quello che c’era da fare, con tutti i mezzi e le nostre possibilità, a schiena dritta e senza dover rendere conto a nessuno”.

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