L’Abbazia di Soffena è stata inserita nell’elenco dei beni demaniali culturali che potranno essere gestiti da associazioni. Il monumento nazionale di Castelfranco è uno dei tredici siti del patrimonio culturale italiano «attualmente chiusi o poco valorizzati», e per questo finiti in un bando del Ministero alla Cultura per la concessione in uso a ‘privati no profit’. Enti e fondazioni senza scopo di lucro con almeno 5 anni di esperienza nella collaborazione alla tutela e valorizzazione dei beni storici, artistici e paesaggistici. L’obiettivo è realizzare un progetto per gestire e curare al meglio la conservazione e promuovere la pubblica fruizione. La durata della concessione varia dai 6 ai 10 anni e il termine ultimo per le domande è il 16 gennaio prossimo. E il sindaco del Comune Unico Castelfranco – Piandiscò Enzo Cacioli si è detto rammaricato per una scelta incomprensibile visto che di recente l’amministrazione aveva siglato l’accordo con il Polo Museale toscano per l’utilizzo a fini culturali dell’antico edificio di culto, in particolare della chiesa, del chiostro e di due sale espositive, occupandosi in cambio delle opere di manutenzione e della vigilanza. “Una convenzione – ha ricordato Enzo Cacioli – propedeutica alla definizione di un piano di rilancio di più ampia portata che prevedeva un progetto complessivo per l’intera area. Ci siamo opposti a questa decisione, chiedendo di acquisire il bene al federalismo demaniale perché l’abbazia potesse rientrare tra le proprietà del Comune. Abbiamo anche inoltrato una richiesta all’ufficio legislativo del dicastero, ma ci hanno risposto che essendo già in quell’elenco, la strada era impercorribile. Due settimane fa – ha concluso – ho incontrato il capo di gabinetto del Ministro per ribadire la contrarietà nostra e dell’intero paese a una soluzione del genere”.