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“Emergenza all’ospedale Serristori! Personale ai minimi”. La denuncia dei Cobas

I Cobas della Asl Toscana Centro tornano a scagliarsi contro la politica sanitaria del Serristori, denunciando abbattimenti, riduzioni di servizi e attività, mentre paradossalmente aumentano le liste di attesa per le attività chirurgiche. Una situazione che i sindacati definiscono insostenibile, con il pronto soccorso intasato e costretto a gestire l’utenza sulle barelle, dato il sovraffollamento di pazienti sia in Medicine A che B.
“La Direzione Generale – hanno aggiunto – presenta il solito piano di chiusura estiva dell’area fiorentina, per effetto del quale viene chiusa ancora una volta la Week Surgery e trasferita in Medicina A , che a sua volta perde 8 posti letto. Una complicata operazione di depotenziamento mascherata con la solita formula delle chiusure estive per garantire le ferie ad organici ormai ridotti all’osso. Si perché la novità di quest’anno non è data solo dalla precarietà e dalla fatiscenza in cui vive la struttura ospedaliera – hanno proseguito i Cobas – ma anche dall’aumento, tra il personale ancora in servizio, di tantissimi casi di lavoratori con varie patologie certificate dal medico competente della medicina del lavoro, a causa del peggioramento delle condizioni organizzative, gestionali e turnistiche”.
A detta dei sindacati sono aumentati, tra il personale sanitario, i casi di prescrizioni e limitazioni lavorative decretate dal medico competente, con soglie del 30% del personale in servizio. Gli stessi dati in merito alle dotazioni di personale e alla loro usura, riguarderebbero anche le attività territoriali e distrettuali, dove si lavora in affanno.
“Rispetto a quello che accade negli ospedali fiorentini – hanno continuato le organizzazioni sindacali – il Serristori continua ad essere ignorato da politiche di investimento sul personale da parte della Direzione Generale, e da tutti i reparti ci pervengono denunce sull’aumento del disagio lavorativo e sulle violazioni delle norme di prevenzione salute e sicurezza. Manca personale sanitario e quello in servizio nei reparti è interessato dal fenomeno degli esoneri parziali da attività lavorative, che sono la causa del sovraccarico di lavoro di chi opera permanentemente sotto i minimi essenziali. Insomma, siamo all’emergenza!”.
Per Andrea Calò e Domenico Mangiola neppure l’inserimento di lavoratori in somministrazione/interinali (“fatti con il contagocce)” ha risolto l’assenza di infermieri e OSS e il quadro drammatico di carenze di personale e di precarietà del presidio ospedaliero e distrettuale descritto ai sindaci del Valdarno Fiorentino a fine febbraio si è andato ulteriormente aggravando senza che avvenisse quel controllo promesso dalle autorità comunali sull’operato della Direzione Generale.
“Nonostante Morello e la Regione Toscana abbiano consegnato pezzi rilevanti di sanità pubblica al Privato Sociale e ai tantissimi istituti privati convenzionati – hanno concluso i Cobas – , il conseguente riassorbimento temporaneo del personale ha interessato tutta l’area fiorentina, escluso il Serristori. Riteniamo inaccettabile che questa situazione di forte precarietà di personale possa continuare. Occorre inserire senza indugio le unità OSS e infermieristiche mancanti: occorre garantire il lavoro in sicurezza”.

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