Cerca
Close this search box.

Giovane ricercatrice di Montevarchi premiata alla “Falling Walls Conference” di Berlino

Riproduci video

Valentina Cappelletti, giovane ricercatrice montevarchina, tra i relatori di “Falling Walls”, la prestigiosa conferenza internazionale di Berlino organizzata con l’obiettivo di condividere esperienze scientifiche, economiche e sociali in grado di dare una svolta futura al pianeta. Ha lasciato l’Italia cinque anni fa per approdare all’Istituto di Molecular Systems Biology del Politecnico federale di Zurigo (ETH) e sul palco berlinese domani illustrerà uno studio sulle proteine, la loro forma e funzione, di notevole rilevanza in campo biomedico, sviluppato nel centro svizzero, nel laboratorio della professoressa Paola Picotti, e selezionato come vincitore della categoria “Life Science”.
Una laurea a Firenze in biotecnologie molecolari, il dottorato di ricerca a Padova e in parallelo alla Fondazione Edmund Mach di Trento, prima di fermarsi nel cuore della Confederazione elvetica, Valentina Cappelletti è anche una delle testimonial scelte quest’anno per promuovere l’impegno delle donne in ambito scientifico, nell’intento di mostrare come sia possibile conciliare vita lavorativa e famiglia. Lei lo vive in prima persona poiché in Svizzera ha dato alla luce due bimbi. “Nel nostro laboratorio – afferma – ci spendiamo per valorizzare le donne e soprattutto le mamme nella scienza. Del resto a livello globale è appurato che all’inizio degli studi scientifici la componente femminile supera in percentuale quella maschile, per poi diminuire in maniera drastica nel contesto lavorativo”.
Tornando al premio Life Science “consiste nella possibilità – spiega – di presentare il nostro lavoro in un contesto internazionale pensato per informare sulle scoperte dell’anno che hanno prodotto un cambiamento o lo consentiranno in prospettiva”. La ricerca delle due scienziate è di particolare interesse perché potrebbe aprire scenari significativi nella diagnosi precoce delle malattie degenerative. “Abbiamo sviluppato un metodo – riprende Valentina Cappelletti – che ci consente di studiare le proteine, molecole fondamentali e che regolano quasi ogni processo biologico. Ebbene, possono avere forme diverse e da queste dipendono le funzioni. Da qui l’importanza di poterle esaminare anche perché in patologie quali Parkinson e Alzheimer è stato dimostrato che acquisiscono una forma sbagliata. Studiandola potremo comprendere meglio se la patologia è in corso e se esistono marcatori per identificarla in modo precoce”. Altri sviluppi, continua la dottoressa valdarnese, potrebbero arrivare nello studio dei target dei farmaci e nel caso di resistenze o di effetti collaterali capirne i motivi, il tutto nell’ottica di una medicina personalizzata.

Alla domanda finale se si senta un “cervello in fuga” risponde: “Direi di no. Ho scelto ciò che mi interessava e mi motivava e a Zurigo ho potuto imparare proprio la tecnica che stiamo utilizzando. Talvolta ho anche pensato di rientrare, pur avendo acquisito una posizione da ricercatrice qui al Politecnico. La realtà – conclude – è che il percorso di reinserimento nelle dinamiche italiane è complicato per chi proviene da un’esperienza internazionale soprattutto a causa dei minori investimenti che vengono fatti in Italia nella ricerca”.

Articoli correlati