Da oggi stop agli impianti di produzione dell’Ivv di San Giovanni. Come era stato annunciato nelle settimane scorse, il presidente dell’Industria Vetraria Valdarnese Simone Carresi ha confermato il “blocco”, che andrà avanti fino a maggio. Una ventina di dipendenti andranno in cassa integrazione a zero ore, per gli altri, una trentina, ci sarà una rotazione. L’azienda, però, non chiude. Anzi, come hanno sottolineato i vertici, gli ordinativi sono in aumento e in questi mesi è stata fatta una scorta consistente di prodotti proprio per evaderli. “E’ una questione finanziaria – ha detto Simone Carresi – Con i costi energetici che si sono abbattuti su imprese come la nostra è impossibile resistere. Fermiamo la produzione per tre mesi, pronti a riaccendere i forni anche prima, se ci fossero novità positive”. L’ultima bolletta del metano, riferita al mese di dicembre, e arrivata in questi giorni, ammonta a 154.928 euro, con scadenza a marzo.
“Tanto per fare un paragone – ha spiegato Carresi- a giugno del 2021 abbiamo pagato poco più di 43.000 euro”. Insomma, costi più che triplicati. E la situazione dell’Ivv è simile a quella di tante altre imprese italiane. “Speriamo davvero che il governo intervenga, perché così è davvero insostenibile”. La vicenda è venuta alla luce, l’autunno scorso, quando dall’azienda sangiovannese sono arrivate le prime indiscrezioni, che poi si sono tramutate in certezze. Carresi ha incontrato, in questi mesi, anche il segretario del Pd Enrico Letta, i deputati di Coraggio Italia Stefano Mugnai e Felice Maurizio D’Ettore hanno scritto una lettera al Ministro Giorgetti, lo stesso Partito Democratico, con la vice ministro Anna Ascani ha cercato di smuovere le acque. Ma quello che è stato fatto non basta. Ci vogliono interventi economici molto importanti e anche misure strutturali.
Una delegazione di imprese del vetro artistico della Toscana ha poi avuto un incontro prima con l’assessore regionale Leonardo Marras e poi con il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani per chiedere un sostegno del comparto, come accaduto in Veneto. La giunta Zaia, infatti, con una manovra straordinaria, ha destinato tre milioni di euro per aiutare le imprese del vetro artistico di Murano. Quest’anno, tra l’altro, l’Ivv festeggia i 70 anni dalla fondazione. E’ una realtà storica del territorio e una delle principali e pochissime vetrerie rimaste che ancora producono in Italia. L’azienda è stata fondata nel 1952, come una Cooperativa di Lavoratori. Ha coniugato ricerca sulla materia, creatività e design con tradizione artigiana , tecniche di produzione avanzate e controllo dei processi. Fortissimo è il legame con il territorio, con la sua eredità di cultura e tradizioni, da sempre fonte di ispirazione per la creatività dell’impresa.
Ha uno stabilimento di oltre 7.500 mq ed è presente in oltre 70 paesi. Con prodotti iconici, che hanno anticipato tendenze e mode: dagli anni ’50 ai ’90, grazie alla scala industriale e alla sua attività produttiva, Ivv è stata un precursore nel rendere accessibile ad una fascia di mercato sempre più ampia prodotti in vetro soffiato per la tavola, per il buffet e per l’arredo della casa, fino a quel momento accessibili a pochi, in quanto espressione di un puro artigianato d’elite. Un percorso che, come ha ricordato l’azienda, è stata fatto senza mai rinunciare ad una forte e personale creatività, facendo tesoro del patrimonio rappresentato dai suoi maestri vetrai.