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Mega bufala fa litigare sui social i sostenitori del “si” e del “no” al prossimo referendum istituzionale

Mega bufala gira sul web. Nel mirino Rignano sull’Arno, il paese del premier Renzi e 500 mila schede già segnate con il “si”. Molti ci cascano e condividono il post su Facebook. Ed è bagarre tra i sostenitori del “si” e del “no”.

Questa la telecronaca di una giornata folle sui social network dopo la pubblicazione di una vera e propria bufala, cioè una falsa notizia che ha mandato su tutte le furie i sostenitori del “si” al prossimo quesito referendario sulle riforme istituzionali.

Ma veniamo ai fatti. Una fantomatica rivista “Ilfattoquotidaino”, e fate attenzione, non il noto giornale “Il Fatto Quotidiano”, pubblica un post su Facebook dal titolo: Rignano sull’Arno: trovate 500 mila schede già segnate con il voto “si”, shock. Notizia che, ovviamente, attira migliaia e migliaia di cybernauti che, condividendola o commentandola, in pochi minuti la fanno diventare virale.

Ma basta cliccarvi sopra ed entrare nella notizia per accorgersi che c’è qualcosa che non va. Già nelle prime righe Rignano sull’Arno diventa Rignano sul Membro  e il luogo del ritrovamento, via della pazienza, risulta inesistente nella vera Rignano sull’Arno. Il resto della storia, poi, ha dell’incredibile “Shock ed incredulita’ tra i cittadini del luogo per il ritrovamento – si legge nella falsa notizia –  che e’ stato fatto oggi dalla sezione Polizia elettorale. (in Italia non esiste alcuna Polizia Elettorale)  Sono state infatti trovate ben 500mila schede già spuntate per il voto SI, così tante schede che sono serviti (pensate un po’) ben venti uomini per riuscire a raccoglierle tutte e a toglierle dalla strada”.

Un racconto inverosimile ed esilarante  ma che solo un attento lettore riconosce come tale. Tanto che sono stati in molti a credervi, soprattutto i sostenitori del no,  e a commentare negativamente le circostanze, senza bavagli sulla bocca. Ed è stato allora che  il popolo degli internauti che voteranno “si”  si è inalberato iniziando una vera e propria guerra virtuale di parole e commenti reciproci che è meglio non raccontare.

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