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Podere Rota. Prima sessione sull’Inchiesta Pubblica. Un centinaio i collegati. Illustrati il progetto e le prime osservazioni

Ieri pomeriggio si è svolta la prima sessione dell’audizione generale sul progetto di ampliamento della discarica di Podere Rota. Ci sono state una serie di modifiche nella scaletta degli interventi in quanto i sindaci dovevano partecipare ad una importante riunione con il presidente Giani sull’emergenza Covid. In questi giorni erano stati effettuati appelli per una massiccia partecipazione, ma la risposta non è stata quella auspicata. Le persone collegate sono state infatti un centinaio, tra cui diversi “addetti ai lavori”. Alla presenza del presidente dell’Inchiesta Pubblica Franchi e dei due commissari, l’avvocato Grazzini e l’ingegner Il Grande, l’audizione ha preso il via con l’intervento dell’amministratore delegato di Csai Luana Frassinetti. Dopo aver ricordato le normative in fatto di rifiuti, ha precisato che l’ampliamento è stato richiesto per 800.000 metri cubi e quindi per 900.000 tonnellate di rifiuti. “Presenteremo anche la richiesta per il biometano da biogas da discarica”, ha detto.
La parola è poi passata ai tecnici per conto di Csai Stefano Teneggi, Luca Zipoli e Luca Gardone che hanno affrontato i temi legati agli aspetti geologici, idrochimici e ambientali, con le emissioni odorigene. E’ stato specificato, tra le altre cose, che l’approntamento dell’invaso di discarica verrà effettuato con operazioni di scavo e ed in rilevato. Sarà realizzata una sagomatura del versante con vari ripiani, quindi aree subpianeggianti raccordate tra loro con scarpate. “Questo – hanno detto i tecnici di Csai – consentirà di suddividere con più efficacia l’intera l’area, riducendo le emissioni di percolato e biogas e e consentendo un più facile e rapido recupero agrovegetazionale dell’area”.
La “palla” è poi passata a Catia Naldini, consigliere comunale delle liste civiche sangiovannesi, che ha confermato la propria contrarietà al progetto. “ A distanza di 10 anni dall’ultimo ampliamento – ha detto – non sono stati risolti i problemi. Questo dimostra che la discarica è incompatibile con questo luogo”. Sulla stessa lunghezza d’onda Rossella Michelotti, del Comitato acqua bene comune Valdarno, Antonio Ortolani, dell’associazione Terra Libera Tutti e Andrea Romoli, segretario del Pd di San Giovanni che ha affrontato anche gli aspetti politici della questione. “Ci chiediamo cosa si celi dietro al silenzio assordante della Regione e del nostro Partito in tutte le sue espressioni sovracomunali – ha detto Romoli – . “Sono tutte realtà che recitano in questa vicenda un ruolo di fondamentale importanza. E’ quindi incredibile constatare questo loro sottrarsi alle proprie responsabilità, nascondendosi dietro veli che non coprono nulla. Difficile interpretare diversamente l’iniziativa dell’assessore Monni di promuovere un vago provvedimento tecnico”. Romoli ha poi ricordato che grazie all’arrivo dei fondi europei c’è l’opportunità e il dovere di pensare ad altro, rivoluzionando l’intera gestione dei rifiuti e potenziando il riciclo ed ogni forma intelligente al problema. I sindaci interverranno nella seduta del 20 marzo prossimo.

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