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Serristori. I Cobas di nuovo all’attacco. “Personale spostato come birilli”.

Uno stravolgimento dell’organizzazione dei turni di lavoro, con il personale costretto a spostarsi in aree non afferenti e con la conseguente presa in carico dei pazienti in modo discontinuo. Queste le accuse lanciate dai Cobas della Usl Toscana Centro, tornati ad affrontare i delicati temi legati al Serristori. “Lo avevamo annunciato pochi giorni dopo la presentazione da parte dell’azienda sanitaria che con il piano chiusure estive 2016, le linee assistenziali dell’Ospedale di Figline questa volta sarebbero state modificate profondamente negli assetti, nei servizi, nelle attività, nelle dotazioni di personale e nell’assegnazione dei carichi di lavoro”, ha tuonato il sindacato, che ha poi fortemente criticato le scelte della dirigenza infermieristica e degli staff (“Incuranti dei diritti contrattuali, dello stress lavoro correlato e del rischio clinico, spostano i lavoratori come birilli”). I Cobas sono poi entrati nello specifico, sottolineando come la dialisi sia in grave difficoltà nel mantenimento dei livelli assistenziali minimi sufficienti, per oggettive carenze di personale infermieristico e di supporto. Per quanto riguarda invece le sale operatorie, per i sindacati sono ancora sottoutilizzate, causa mancanza di anestesisti. “Nel giorno di martedì – hanno spiegato – l’unica sala “attiva” opera grazie a compensi provenienti da premi incentivanti. La distruzione delle linee chirurgiche viene camuffata con interventi a valanga di cataratta, o meglio di chirurgia ambulatoriale oculistica! L’assenza di anestesisti e di conseguenza il calo degli interventi chirurgici – hanno aggiunto le rappresentanze sindacali – manda poi nel caos il progetto della Week Surgery, al minimo storico dei ricoveri, smentendo clamorosamente l’enfasi aziendale sul potenziamento e rilancio del presidio come focused hospital”. I Cobas hanno infine denunciato la riduzione degli organici di infermieri e oss al Pronto Soccorso e alla Sub Intensiva del nosocomio figlinese. “ Ci sono reparti che ricevono l’organizzazione mensile degli orari di lavoro il giorno prima della fine del mese – hanno proseguito – e tutto vive in una insostenibile precarietà. Vergognoso è poi il blocco delle mobilità interne già concordate senza che agli interessati venga fornita una plausibile spiegazione. Pretendiamo l’adeguamento dei livelli assistenziali e organizzativi come da normativa regionale – hanno concluso i sindacati – al fine di garantire la sicurezza dei pazienti e dei lavoratori di tutto il presidio, nonché il rispetto delle professionalità e della dignità di ogni operatore”.

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