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Si è spento Mario Luman e il Valdarno ricorda la vicenda del piccolo Dario

Ha suscitato profondo cordoglio in Valdarno la notizia della scomparsa di Mario Luman, che si è spento ieri all’età di 69 anni. Noto sindacalista della Cgil e assessore al Comune di San Giovanni nella Giunta guidata da Pedro Losi, con la moglie Cristina nei primi anni ’90 era stato al centro di una vicenda che salì alla ribalta delle cronache nazionali.
Nell’87 la coppia aveva ottenuto in affidamento il piccolo Dario, un neonato non riconosciuto dalla madre di 16 anni che partorì a Pisa all’insaputa del fidanzato. Che, appreso di essere diventato padre, iniziò una lunga battaglia giudiziaria per riottenere il figlio.
Fu un caso nazionale perchè aveva riportato in auge il tema dei diritti dell’infanzia e della potestà genitoriale. I mesi passavano e nel gennaio del 1990 la coppia fuggì all’estero, preoccupata per le conseguenze che un’eventuale separazione avrebbe avuto sul bimbo.
Al rientro a San Giovanni nella primavera del ’91 seguì la sentenza della Corte d’Appello di Firenze che stabilì la restituzione immediata del piccino alla famiglia naturale, ignorando il consiglio del Tribunale dei Minori di un ritorno graduale, seguito da psicologi e terapisti.
A nulla valse la mobilitazione straordinaria di San Giovanni e della vallata con la formazione di un comitato e una petizione al Presidente della Repubblica Francesco Cossiga.
Questo il commosso ricordo dell’amico di lungo corso Enzo Brogi: “La notizia ferisce, apre squarci, fa affiorare ricordi messi li, in ordine, in angoli protetti della tua memoria. La nostra memoria. Quanti nomi, ti trafiggono cuore e testa. Uno via l’altro, in ordine sparso, come sapevamo fare noi. Per poi ritrovarci, ancora. Ora, come allora. Qualcuno uscendo ha sbattuto la porta, altri l’hanno socchiusa. Per altri è rimasta aperta. Nessuno che abbia spento la luce. Restano sospese musiche, odori, voci e storie. Quante storie caro Mario. Vorrei avere il tempo per starti un po’ vicino, per ricordarle ancora. Commuoverci e riderne assieme. Eh si, che ne avevamo da raccontare! Non saremo stati la meglio gioventù, ma a noi ci divertiva ed emozionava sempre pensarlo un po’. Ciao Mario, quante volte ci siamo addormentati inquieti con la confusione, meglio. E’ il silenzio adesso che ci mette paura. Ciao Mario!”

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