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Giovani valdarnesi in politica: Enrico Venturi. “Ai giovani consiglio di non accettare una politica insoddisfacente”

La rubrica di Valdarno 24 sui giovani e la politica continua con l’intervista a Enrico Venturi, classe 1995. Enrico attualmente sta ricoprendo un doppio incarico sia politico sia istituzionale. Responsabile di Fratelli d’Italia nel comune di Figline e Incisa Valdarno ma anche neoeletto rappresentante della consulta del Brollo.

Enrico, come è iniziato il tuo percorso politico?

“Il mio attivismo politico è iniziato negli anni del liceo. Durante il mio percorso scolastico sono stato vicepresidente della consulta degli studenti di Firenze, per poi continuare durante l’università, diventando consigliere della scuola di giurisprudenza. Parallelamente mi sono avvicinato alla politica territoriale e insieme a Lorenzo Allegrucci, oggi assessore del comune di Montevarchi, abbiamo aperto una sezione di gioventù nazionale per tutto il Valdarno. Con il tempo il partito ha ritenuto che stessimo facendo un buon lavoro e così la sezione di gioventù nazionale si è trasformata in Fratelli d’Italia.”

Perché un ragazzo giovane ha sentito la necessità di avvicinarsi alla politica?

“Per due motivi. Prima di tutto ritengo che la politica sia il mezzo prioritario con cui si possono fare e cambiare le cose per dare un’impronta alla realtà. Credo sia fondamentale avere idee molto chiare da portare avanti con coerenza anche a costo di restare all’opposizione. Il secondo motivo è che ritenevo il Valdarno immobile dal punto di vista della politica territoriale: la politica locale non sapeva rispondere in modo completo alle esigenze cittadine.”

Credi che i ragazzi siano disinteressati alla politica?

“Ritengo che sono numerosi i giovani che, pur non facendo politica attiva, sono molto interessati alla dimensione pubblica. Purtroppo la politica ha smesso di parlare ai giovani, di andare incontro alle loro istanze e così c’è stato un allontanamento, uno scollamento. I partiti sono chiusi in se’ stessi: non ci sono più le sedi e i movimenti giovanili sono meno consolidati. Se potessi dare un consiglio ai giovani sarebbe quello di non accontentarsi mai. Se la politica offre qualcosa di non soddisfacente i ragazzi devono dire la loro, non devono adattarsi perché si puo’ sempre fare di meglio. La vita di partito puo’ permettere proprio questo: dire la propria senza accontentarsi mai.”

Cosa pensi del sistema partitico?

“Vedo la politica di oggi come molto autoreferenziale: i partiti fanno le proprie scelte senza fare i conti con i sentimenti dei cittadini. I partiti devono ritornare alle persone, aprirsi a loro con una politica coinvolgente. Spesso i partiti prendono delle decisioni, ma su quale base? Hanno prima interpellato i cittadini, i loro iscritti? Come si fa a selezionare chi deve portare avanti le istanze dei cittadini? Più che una rappresentanza mi sembra una partitocrazia in cui il cittadino delega totalmente le sue funzioni. Con questo voglio descrivere bene quello che dovrebbe essere il ruolo del partito, ovvero fare da filtro e da aggregazione di idee, rimanendo sempre aperto alle istanze dei cittadini. I partiti si devono rivitalizzare.

Quali sono i tuoi futuri progetti in ambito politico?

“Io sono disponibile per i cittadini, per me è un onore rappresentarli e saranno loro a decidere dove andrò. La politica non deve essere un percorso personale ma un servizio alla comunità. Se i cittadini decideranno di dare al partito e a me la loro fiducia, l’obiettivo principale sarà quello di non tradire il mandato e i valori del partito. Per i giovani mi immagino un comune che offra loro i servizi essenziali: palazzetti per lo sport; piscine; agevolazioni sui pendolari; biblioteche aperte il più possibile e politiche attive per le giovani famiglie. I giovani vengono visti come esterni alla vita politica, come coloro che sono in attesa di diventare qualcuno, ma non è così. Ci sono giovani lavoratori, giovani famiglie, giovani imprenditori: i ragazzi non sono una categoria in attesa ma sono all’interno della società.”

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