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Da Laterina Pergine arriva un no compatto al progetto di innalzamento degli argini dell’Arno

Una bocciatura bipartisan al nuovo progetto della Regione per ridurre il rischio idraulico sulla piana di Laterina. E’ arrivata dal Consiglio comunale aperto che si è svolto nel teatro del borgo e il documento finale, sintesi del pensiero di maggioranza, opposizione e residenti contro uno studio «calato dall’alto»,
sarà inviato a breve all’ente toscano. A riassumere il «no» condiviso è Rossella Lattanzi, consigliera del gruppo di minoranza Insieme Laterina Pergine Valdarno, che ha sollevato la questione annosa dell’innalzamento degli argini dell’Arno: «Il progetto presentato è inaccettabile – spiega – e su questo abbiamo trovato un’unione di intenti tra
tutte le forze dell’assemblea. Prima della nascita del Comune unico, l’amministrazione laterinese aveva stretto con la Regione accordi che prevedevano un tavolo di contrattazione con il municipio sulla localizzazione e
il tracciato delle arginature. Adesso, invece, da Firenze è arrivato un progetto dimezzato rispetto all’originale che tutela solo l’area industriale a monte del
torrente Oreno e non la porzione a valle lasciata in balia di Madre Natura, creando di fatto abitanti di serie A e B».

 

 

«L’investimento complessivo del resto è sceso da più di 10 milioni iniziali a
circa 4 e sfuma l’indennizzo previsto per i proprietari delle case dislocate nella parte ora non protetta. Al contrario, in precedenza avrebbero potuto ottenere in modo equo le risorse necessarie a costruire nuovi immobili in zone non alluvionabili con le medesime caratteristiche di quelli abbandonati.
E poi l’aspetto paesaggistico: «Si prevede di innalzare muraglioni di 4 metri, impattanti per il territorio, partendo dal Bregine, un fiumiciattolo all’altezza dello stadio del paese, per poi arrivare all’area produttiva e correre paralleli a via Vecchia Aretina con una modifica della viabilità».

Preoccupazioni anche per i disagi durante i lavori perché, continua Lattanzi, si calcola che per tirare su gli argini arriveranno almeno 8 mila camion carichi di terre. «Nell’atto approvato chiediamo di ripartire dall’accordo di programma del 2015 e studiare modalità concertate meno devastanti e che salvaguardino l’intera piana. Come la sistemazione del ponte Romito che al momento non consente un corretto deflusso delle acque in caso di eventi calamitosi. Proponiamo di togliere la pila presente nell’alveo, come è stato fatto per il Catolfi, e di rialzarlo per ampliarne la luce».

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