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L’Alpe di Catenaia: una tragedia a lungo dimenticata…

Il cippo che ricorda alla fonte del Baregno le 9 vittime della tragedia del 1976

Il 18 luglio 1976 una immane tragedia colpì il territorio della nostra provincia. All’Alpe di Catenaia, il massiccio montuoso che separa il Casentino dalla Valtiberina, si radunò una folla di persone, più precisamente ai prati del Baregno dove la sezione A.n.p.i. di Arezzo aveva collocato un cippo a ricordo dei caduti dell’eccidio del 1944 compiuto dai nazifascisti. Doveva essere una giornata di festa e di serenità per tante famiglie salite fino in vetta per cercare anche sollievo dalla calura. L’estate del 1976 fu decisamente anomala,  facendo seguire ad un giugno ed una metà di luglio caldissima uno dei mesi di agosto più freddi della storia. Ma quel giorno sulla montagna tutto si trasformò in una apocalisse a me raccontata più volte dal caro amico Mario d’Ascoli, al tempo cronista de La Nazione di Arezzo .

Verso le prime ore del pomeriggio il cielo infatti si oscurò e in breve tempo si abbettè sulla zona della festa un temporale di grosse dimensioni accompagnato da una sequenza impressionante di fulmini. La gente accorse sotto i grandi faggi ai margini della radura per trovare riparo e fu proprio una di queste operazioni ad essere fatale per 9 persone, vittime innocenti, colpite in pieno dalla tremenda scarica elettrica. Molti anche i feriti e scene apocalittiche sotto la pioggia battente, con urla e disperazione. Era il 1976, non esistevano i telefonini nè adeguati sistemi di soccorso e protezione civile. In preda ancora ad un incubo alcuni volontari, guadando la strada sterrata diventata un fiume in piena, scesero fino a Subbiano per dare l’allarme.

Insieme alle poche autoambulanze e alle auto delle forze dell’ordine anche due cronisti de La Nazione con la loro Fiat 600, Beppe Aratoli e, per l’appunto, Mario d’ Ascoli. Il carissimo Mario mi ha sempre raccontato la difficoltà ad arrivare sul luogo della tragedia e poi lo scenario apocalittico che gli si presentò davanti: corpi distesi sul prato, feriti che si lamentavano senza tregua. Scene che, mi diceva Mario, non era mai riuscito a togliersi dalla mente pur a tanti e tanti anni di distanza. La tragedia di Catenaia è ultimamente tornata alla luce per la volontà delle amministrazioni locali ma per lungo, troppo tempo, ha giaciuto quasi dimenticata…

 

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