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Leonardo Paterniti torna alla carica e scrive a John Elkann. “Intitolare una curva del Mugello a Brilli Peri”

Leonardo Paterniti è tornato alla carica e i primi giorni di gennaio ha scritto una lettera al presidente della Ferrari John Elkann per chiedere di intitolare una curva dell’autodromo del Mugello, di proprietà del Cavallino, a Gastone Brilli Peri. Una battaglia che il professionista montevarchino sta portando avanti da tempo. Nei mesi scorsi è stato ospite di una trasmissione Sky condotta da Fabio Tavelli, dove ha riproposto, con un richiamo nazionale, quello che è uno suo cavallo di battaglia: dare il nome di una delle 15 curve del circuito di Scarperia al “Conte”, che ci ha gareggiato più di una volta, quando ancora era un circuito stradale. Brilli Peri, fiorentino di nascita ma montevarchino d’adizione, nel corso della sua carriera, si è cimentato più di una volta al Mugello. Due delle attuali curve dell’autodromo sono legati a personaggi di spicco del mondo automobilistico, Emilio Materassi, pilota mugellano morto il 9 settembre 1928 al Gran Premio di Monza mentre tentava un sorpasso e Clemente Biondetti, pilota che detiene il record assoluto di vittorie alle Mille Miglia. “Perché non intitolarne una anche a Brilli Peri?”, si è chiesto Paterniti, che ha lanciato l’idea anche al sindaco del Comune di Scarperia, che è apparso entusiasta.

 

 

Ma ogni decisione in merito può e deve essere presa dalla Casa di Maranello, che è proprietaria dell’impianto. Il “Conte” Gastone è stato un vero e proprio asso del volante. Nato a Firenze, la famiglia era originaria di Montevarchi e lui ha sempre amato la città valdarnese, dove ha abitato a lungo. Disputò la prima gara nel 1907, quando aveva solo 14 anni. Il 10 giugno 1923 vinse anche al circuito del Mugello a bordo di una Stevr Vi Klausen Sport. Due anni dopo sarà campione del mondo con l’Alfa Romeo al Gran Premio d’Italia. Poi altri successi straordinari, fino alla morte, avvenuta in Libia, a Tripoli, il 22 marzo 1930 a causa di un incidente stradale. “Brilli Peri è stato un personaggio straordinario del mondo automobilistico – ha ricordato Paterniti – Questa proposta, quindi, ha una sua logica”. Nel frattempo una copia del busto del campione è tornata nel suo “tempio” originario, lo stadio di Montevarchi, che porta il suo nome, grazie ad un’’iniziativa promossa proprio dall’avvocato Paterniti e dall’associazione “Memoria Rossoblù”.

Dopo la sua morte, la famiglia del campione commissionò allo scultore montevarchino Pietro Guerri, un busto in bronzo che lo ricordasse a imperitura memoria, da collocare nella villa dei Brilli Peri a Montevarchi in Via Soldani, poi donata alle suore Calasanziane. Dopo diversi anni fu costruito il nuovo stadio di calcio, quello attuale, che fu intestato al campione iridato e il busto fu trasferito inizialmente sotto la tribuna centrale e successivamente su una colonna di pietra vicino alle biglietterie. A seguito dell’incuria e dei segni del tempo, nel 2006 su iniziativa del Panathlon Club Valdarno, il bronzo fu restaurato dallo scultore Renzo Brandi e collocato definitivamente al Museo del Cassero per la Scultura, dove attualmente è ammirato dai visitatori. Oggi, interpretando un sentimento popolare, si è deciso di riportarne una copia del nella sua sede naturale.

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