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Podere Rota: controlli antimafia su un appalto. Csai, “trasparenza e collaborazione”

Una task force formata da uomini della DIA, dei NOE, Guardia di Finanza, Polizia, Ispettorato del lavoro e i Carabinieri di Terranuova, si è presentata stamattina alla discarica di Podere Rota per una serie di controlli amministrativi disposti dal Prefetto di Arezzo nel quadro di una più vasta operazione che ha coinvolto l’intera provincia e mira a verificare l’esistenza di infiltrazioni mafiose negli appalti. Nell’impianto valdarnese, in particolare, sono stati acquisiti gli atti relativi alla “procedura negoziata ex art. 122, comma 7 d.lgs. 163/2006″ per l’affidamento dei lavori di completamento della seconda fase del “progetto esecutivo di ampliamento” con la realizzazione del 2°e del 3° modulo. Sotto la lente d’ingrandimento la ditta che si è aggiudicata la gara, la Italcostruzioni di Siderno in provincia di Reggio Calabria, subentrata alla prima arrivata, un’impresa lucana di Matera che ha rinunciato all’incarico dopo due settimane. Ed è proprio sulla ditta reggina che indagano gli investigatori, perché il 13 per cento delle quote è controllato da Francesco Cataldo, figlio di Vincenzo, settantenne già condannato in primo grado per associazione mafiosa. In una nota la Centro Servizi Ambiente Impianti spa, società che gestisce il sito, ricorda di essersi messa a completa disposizione delle autorità, consentendo allo stesso tempo la normale operatività degli impianti. “CSAI Spa conferma la totale trasparenza del proprio operato, anche in qualità di stazione appaltante, ed il rispetto della normativa vigente. “E’ anche nell’interesse della società – ha detto l’amministratore delegato, l’architetto Luana Frassinetti – che i controlli vengano effettuati e che sia garantito il rispetto della legge. Da parte nostra riteniamo di agire nella massima trasparenza e lo stesso chiediamo ai nostri fornitori”.

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