Palazzo D’arnolfo ha detto “si” alla concessione di uno dei capannoni dei Fondali alla Società del Carnevale Sangiovannese. La decisione è arrivata proprio in questi giorni anche se da febbraio scorso l’associazione, che cura l’organizzazione delle manifestazioni carnevalesche della città del Marzocco, aveva presentato una manifestazione di interesse a firma del presidente Mauro Bighellini.

E così, come da richiesta, la Società utilizzerà per i prossimi cinque anni, in regime di comodato, il manufatto di proprietà comunale.
L’edificio in questione è uno dei fabbricati “ex Stagi”disponibili ed inseriti nell’inventario dei beni pubblici da cedere ed in questo momento non è utilizzato per alcuno scopo. L’immobile fa parte, infatti, del comparto di futura edificazione dell’area “Fondali ma al momento non vi sono elementi per la concreta realizzazione. Inoltre il comodato prevede la restituzione del bene a semplice richiesta per cui basta poco a riottenerlo.

La Società del Carnevale Sangiovannese, da parte sua, s’impegna ad effettuare la manutenzione necessaria che al momento riguarda interventi sugli infissi e sulla copertura un po’ malridotta ed in parte costituita da lastre di eternit evidentemente da sostituire.

In base agli accordi il capannone puo’ essere utilizzato unicamente per deposito di attrezzature ed automezzi essendo privo di impianti elettrico, idrico e riscaldamento. Avendo poi una struttura portante in ferro, prima del suo uso , è necessario una verifica di messa a terra.

L’associazione ha accettato di intervenire con manutenzioni ordinarie volte a migliorare le condizioni della struttura e dopo cinque anni,potrà rinnovare la convenzione fermo restando l’ obbligatoria riconsegna dell’immobile in caso di necessità da parte del comune.

In un modo o nell’altro, tuttavia, tornerà a vivere un bene comunale da tempo inutilizzato e a favore di un’associazione attiva in campo sociale da anni. La Società Sangiovannese, infatti, cura la realizzazione delle iniziative tipiche del Carnevale, manifestazioni che da pochi anni sono state riattivate proseguendo una tradizione tutta sangiovannese già presente dalla seconda metà del 1900.