“Ero in ufficio quando un’amica italiana mi ha inviato un messaggio per annunciare quello che era accaduto”. All’indomani dell’attentato di Berlino che ha provocato 12 morti e 48 feriti, Filippo Matteini, 38 anni di Montevarchi, racconta come ha reagito la città all’attacco. Un passato da collaboratore della senatrice Donella Mattesini e da consigliere comunale a Terranuova nella scorsa legislatura, Matteini dal giugno del 2015 vive nella capitale tedesca. Ieri sera era al lavoro alla scrivania di “booking.com” in Potsdamer Platz, poco distante dal luogo dell’attentato. “Quando è arrivata la notizia eravamo tutti in allerta, non si capiva cosa fosse realmente accaduto e, per la verità, stamani i quotidiani tedeschi sono molto cauti. Alla fine del turno, alle 23, ci hanno offerto di restare a dormire in ufficio, perché non sapevamo quello che avremmo trovato fuori. E, invece, quando siamo usciti tutto funzionava regolarmente in una Berlino quasi deserta. Non c’erano persone nelle strade, la metropolitana era vuota, ma il treno è giunto solo con qualche minuto di ritardo. La Polizia aveva raccomandato di stare a casa e passavano solo i mezzi dei soccorsi, i Vigili del Fuoco e le ambulanze. Un via vai continuo scandito dal suono delle sirene in una metropoli sotto choc e che offriva un volto surreale. Mi aspettavo il caos, ma ogni operazione si è svolta con ordine in un clima che potrei definire di calma apparente”. Paura di rimanere a Berlino? “Assolutamente no. Alle 14 tornerò alla mia scrivania. Questa è una città che offre davvero tanto e non ho alcuna intenzione di andarmene”.