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Figline Incisa. La sindaca Mugnai e l’assessora Farini rispondono alla consigliera regionale Tozzi sui progetti di educazione all’affettività

La sindaca di Figline Incisa Giulia Mugnai e l’assessora Francesca Farini rispondono con una nota alla consigliera regionale Elisa Tozzi che ha avanzato critiche ai progetti di educazione all’affettività e alla sessualità approntati dall’amministrazione comunale. “Dispiace leggere, a pochi giorni dall’ 8 marzo- scrivono Mugnai e Farini-  un commento così conservatore, sessista e bigotto da parte della consigliera regionale di Fratelli d’Italia, Elisa Tozzi, che coglie l’occasione della ripartenza di un progetto scolastico su sessualità e affettività per parlare di  ‘famiglia tradizionale’, riducendo la donna solo al ruolo di madre e dimenticando che la genitorialità è un percorso condiviso in una coppia e non appannaggio esclusivo delle donne. Non tutte le famiglie, però, hanno gli strumenti per guidare i più piccini nelle complessità e nella varietà del mondo che ci circonda e soprattutto le famiglie non possono essere lasciate sole in questo difficile compito: è proprio per questo motivo che nascono progetti come ‘LoveLab+’, commissionato dal Comune di Figline e Incisa Valdarno ad un’agenzia formativa specializzata in percorsi per le scuole e giunto alla sua seconda edizione. Un progetto dedicato all’educazione all’affettività e alla sessualità per le scuole secondarie di primo e secondo grado che arriva (e che ha anticipato, lo scorso anno) un momento storico in cui tanto si è parlato (e si continua a parlare) di educazione alle relazioni, anche a livello di politiche educative nazionali.

“Per la consigliera, a quanto pare- continuano la sindaca e l’assessora-  il problema di questo (ampio e professionale) progetto è il modulo dedicato all’approfondimento delle tematiche LGBT+, perché confonde ‘approfondire’ e ‘conoscere’ con ‘indottrinare’. Non comprendiamo, infatti, quale sia il problema di aver coinvolto professionisti di vari settori (come psicologi e psicoterapeuti, medici, avvocati, esperti del mondo digital e formatori esperti nell’educazione con i ragazzi) in un percorso di approfondimento su questi e altri temi, tra cui la disforia di genere che, specie negli adolescenti e nei pre adolescenti, spesso è causa di profondo malessere e disagio giovanile. Il mondo che tanto spaventa la consigliera Tozzi, infatti, esiste già e da sempre- terminano Mugnai  e Farini- sta a noi adulti, e alle Istituzioni, scegliere se lasciare che i ragazzi continuino a sentirsi ‘sbagliati’ quando non si conformano agli standard di’normalità’ socialmente accettati, permettere che si formino su Google e sui social oppure guidarli a comprendere meglio ciò che li circonda, per guadagnare nuovi spazi di libertà.”

 

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