Arriva domani il Giro in Toscana, ma l’abbraccio della corsa rosa della nostra regione non può nascondere i seri problemi attuali che attraversa il ciclismo. Ci sono sempre meno squadre a tutti i livelli, meno sponsor e quindi meno soldi: evidente la contrazione delle corse in qualsiasi categoria (il Valdarno insegna), ma quello economico non è il solo problema. C’è un mancato ricambio e un vuoto dirigenziale in atto da anni e viene sempre più eroso quel gran popolo di volontari appassionati che dedicavano parte del loro tempo al settore giovanile e all’organizzazione, peraltro sempre più complicata, delle corse stesse. I guai vengono a cascata, tanto da porre un serio problema di reclutamento fra i ragazzi dovuto anche alla pericolosità delle nostre strade e di molti genitori che oggi preferiscono dirottare i propri figli verso altre discipline sportive.
Continuando così c’è il serio rischio in pochi anni di perdere gran parte del settore giovanile: tutto questo accade mentre al contrario la bici vive da anni una seconda giovinezza come mezzo di svago o locomozione ed appare sempre florido il mercato delle specialissime in versione a pedalata muscolare ed elettrica, delle mountain bike, gravel e city bike. Il Giro d’Italia arriva domani a Lucca da Genova senza nessun corridore toscano fra i 45 italiani partiti da Venaria Reale sabato scorso, un dato clamoroso per una regione culla di campioni e di appassionati da sempre.
La Toscana di Gino Bartali, di Fiorenzo Magni, di Gastone Nencini, di Bitossi, Chioccioli, Cipollini, Bettini, Ballerini, Bartoli e tanti altri non ha per la prima volta nessun rappresentante in gruppo: assenti i vari Bettiol, Ulissi e anche il nostro Vincenzo Albanese, a cui l’Arkea ha preferito altri corridori. Unico toscano,per modo di dire… è il bolognese Velasco che vive da anni all’isola d’ Elba, ma…ci ripetiamo, è un dato clamoroso in negativo.
Dopo l’arrivo di domani a Lucca avremo poi giovedì tutta una tappa toscana, da Torre del Lago a Rapolano Terme con le ascese di Volterra e Grotti e, soprattutto, gli sterrati del senese prima del traguardo finale e lo strappo delle Serre a 5 km dall arrivo. Un giro, come prevedibile ampiamente, già nel segno di Tadej Pogacar, il campione sloveno destinato a scavare un solco in classifica fra di sé e gli avversari, complessivamente modesti.
Il giro 2024, senza offendere nessuno, è come se noi facessimo un torneo di calcio con i campioni d Italia dell’Inter opposti alle nostre squadre di vallata. Avremo la possibilità si di vedere i campioni neroazzurri, ma verrebbe meno la contendibilità e la competitività, esattamente ciò che si sta verificando alla corsa rosa. Del resto, già da anni oramai i campioni scelgono il Tour che offre maggior visibilità e soldi e la presenza di Pogacar è legata soprattutto al suo tentativo di centrare la doppietta che manca dai tempi di Pantani. Cosa assolutamente fattibile, anche perché non si conosce ancora se è in che condizioni il rivale Vingegaard affronterà la gran boucle in partenza da Firenze a fine giugno.