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Gli apprendimenti e le emozioni. Due facce della stessa medaglia. Ne parliamo con il Centro Dida

Parliamo con il Centro DIDA dell’importanza di prendersi cura del bambino e dell’adolescente nella sua specificità e complessità. Oggi con la Dott.ssa Maria Novella Rodi, Psicologa Clinica e Psicoterapeuta e con la Dott.ssa Giulia Cristofani, educatrice, affrontiamo il tema dell’importanza degli aspetti emotivi nella presa in carico di bambini con difficoltà o disturbi degli apprendimenti.

Perché gli aspetti emotivi/psicologici sono molto importanti nella gestione di un bambino con Difficoltà o Disturbi dell’Apprendimento?

Come sottolineano molte ricerche pubblicate negli ultimi anni quando si parla di apprendimento non dobbiamo considerare solo gli aspetti cognitivi, ma è opportuno prendere in esame tutti quei fattori emotivi che possono incidere profondamente sullo sviluppo individuale. L’apprendimento è un processo complesso, in cui emozione e cognizione sono due facce della stessa medaglia. Tanti bambini possono incontrare momenti di difficoltà a scuola e queste difficoltà possono incidere sulla prestazione e sul rendimento scolastico, provocando problemi di adattamento e di autostima.

Quali sono i processi con i quali l’emozione influenza l’apprendimento?

Facciamo un esempio: se uno studente apprende determinati contenuti scolastici attivando i sistemi della paura, ogni volta che verranno ripescati dalla memoria si attiverà lo stesso vissuto emotivo corrispondente, poiché apprendimento ed emozione, viaggiando assieme, hanno tracciato lo stesso percorso. Con una differenza: la nozione finirà nella memoria procedurale o semantica, la memoria del sentimento di incapacità o di inadeguatezza nella memoria autobiografica, intaccando significativamente l’autostima e l’autoefficacia dell’alunno. Il ripetersi di questo meccanismo trasmetterà al bambino l’idea di non essere in grado di eseguire quel dato compito, generando in lui un senso di impotenza. In più l’esperienza ripetuta del fallimento gli darà conferma della sua incapacità innata. Questi vissuti emotivi possono causare una forte sofferenza che può esprimersi inizialmente con rabbia, aggressività, ritiro interiore e isolamento fino all’instaurarsi di veri e propri stati di ansia e depressione. Talvolta il disagio psicologico può non essere riconosciuto tempestivamente ed essere interpretato come scarso impegno, svogliatezza e pigrizia, peggiorando il quadro clinico dell’alunno.

Come si manifestano questi vissuti nei bambini?

L’ansia è il più frequente tra i sintomi emotivi riportati nei dislessici. In studi recenti si evidenzia la presenza di una sintomatologia riconducibile all’ansia scolastica in circa il 70% dei bambini con difficoltà di apprendimento. Tuttavia non mancano il manifestarsi di somatizzazioni come vomito, mal di pancia e cefalea, fino, in alcuni casi, alla depressione o alla fobia scolastica.

Noi genitori, educatori, insegnanti cosa possiamo fare per far sì che il bambino sia supportato e possa sperimentare emozioni positive legate agli apprendimenti?

Ognuno di noi può facilmente ricordare la sensazione che ci pervadeva quando l’insegnante ci chiamava alla lavagna e il ricordo sarà tanto più forte quanto ciò che provavamo era riconducibile a emozioni di angoscia e terrore. Non è raro ricordarsi la sensazione di paura del compito in classe, dell’interrogazione o dell’esame di maturità anche dopo molti anni. Alla base di tutto l’apprendimento c’è la relazione educativa, l’alleanza che si crea con il bambino: quando questa si basa su emozioni positive come la motivazione allo studio, la gratificazione e il senso di autoefficacia, si favoriranno i processi di apprendimento e il successo scolastico degli alunni. Le emozioni che noi viviamo lasciano una traccia a lungo termine nel nostro cervello e se durante l’apprendimento attiviamo emozioni negative e antagoniste il ricordo sarà indelebile, con conseguenze emotivo/psicologiche a lungo termine.

Data quindi l’importanza, provata da studi scientifici, del ruolo delle emozioni nell’apprendimento è giusto supporre che all’interno del centro DIDA non abbiate solo educatori o Tutor degli apprendimenti?

Esattamente. La famiglia che si rivolge a noi può avere il supporto di professionalità diverse, che con la loro esperienza pluriennale nella sfera evolutiva mettono il bambino al centro della relazione educativa, in modo da attivare esperienze positive sia per quanto riguarda gli apprendimenti sia per quanto riguarda la sfera psicologica in genere. Non possiamo lavorare sugli apprendimenti senza tenere in considerazione la sfera emotivo/psicologica, valutarla ed intervenire qualora se ne riscontri la necessità. È il primo passo per un benessere complessivo dell’individuo.

Quali professionalità sono presenti nel vostro Centro?

All’interno del Centro operano le seguenti professionalità: Psicologhe cliniche esperte in Psicopatologia degli Apprendimenti, Pedagogisti Tutor sia per l’ADHD che per i DSA, Psicoterapeute e Logopediste, Educatori con esperienza e formazione nei disturbi dell’apprendimento. La nostra mission è rendere la famiglia e i bambini protagonisti, con i loro bisogni e le loro necessità. La presenza di uno spazio accogliente dove poter instaurare, rispettando i tempi dei nostri giovani utenti, una relazione d’aiuto che possa creare le condizioni per far emergere le potenzialità e le risorse di ciascun ragazzo è il nostro obiettivo quotidiano. All’interno di questa relazione d’aiuto scegliere le metodologie di studio più efficaci, le strategie comportamentali ed educative, condividerle con la scuola e con la famiglia è fondamentale per una presa in carico profonda e professionale.

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