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I Cobas intervengono sui contagi al Serristori. “Questi gli effetti di una gestione aziendale pericolosa e fallimentare”

Sette infermieri, quattro operatori sociosanitari e un medico: questo il pesante bollettino dei contagi da Covid all’interno dell’ospedale Serristori.I Cobas affermano che questi sono gli effetti di una gestione aziendale pericolosa e fallimentare “Tutto questo avviene a causa delle carenze di personale- scrivono Andrea Calò e Domenico Mangiola- di una approssimata gestione della sorveglianza attiva sul territorio durante il periodo estivo, di una mancata messa in sicurezza delle infrastrutture presenti nei presidi ospedalieri vuoi perché non funziona la macchina della maxi emergenza, vuoi per le continue violazione sulle norma in materia di tutela della salute dei lavoratori, oltre al malfunzionamento del Dipartimento dell’area tecnica, che in ottemperanza alle scellerato politiche di contenimento della spesa procede lentamente nei lavori di ristrutturazione, messa in sicurezza e riqualificazione dei reparti. Questa lentezza senza una conclusione dei lavori di manutenzione e ristrutturazione del presidio è fonte di rischio e di focolai, come sta accadendo nel presidio ospedaliero Serristori. Come Cpbas avevamo contestato già il 1 settembre 2020 la chiusura del reparto filtro per i ricoveri ritenendo questa scelta della Direzione Generale pericolosa e dannosa sul versante della sicurezza, della presa in carico dei pazienti con conseguenti rischi clinici e infortuni sul lavoro, come ora stanno accadendo: 7 infermieri, 4 Oss e 1 medico per ora… risultano positivi, almeno tre di loro con sintomi conclamati.Chiediamo l’apertura di una immediata inchiesta da parte della Regione Toscana, del nuovo assessore regionale alla sanità e dei Sindaci del Valdarno fiorentino “su questa scelta di eliminare il reparto bolla e di aver trascurato le più banali norme di prevenzione sanitaria.” I Cobas chiedono inoltre “a fronte a questi contagi e focolai che si stanno manifestando nel presidio, l’effettuazione immediata di screening (tamponi naso-faringei) su tutti gli operatori dell’Ospedale. Per quanto attiene in questa fase la gestione dei flussi territoriali del 118 da parte dei Dirigenti e delle Direzioni Sanitarie, esse non hanno tenuto nella dovuta attenzione la scellerata chiusura del reparto filtro e hanno continuato nell’invio,come se niente fosse, di pazienti con sintomi simil influenzali in un presidio ospedaliero come il Serristori definito No Covid.”

“L’attuale gestione va subito fermata- affermano i Cobas-. Sulle carenze di dotazioni di personale avevamo denunciato anche il trasferimento coatto di 15 lavoratori (infermieri e oss) dal Serristori verso il presidio OSMA, una scelta questa che ha contribuito ad aumentare precarietà, criticità, rischi e pericoli. Rinnoviamo la richiesta di reintegro immediato presso il presidio ospedaliero Serristori, quale sede di assegnazione dei lavoratori trasferiti a forza all’OSMA e la riapertura della Medicina A i cui posti letto sono inoccupati. Ci preoccupa lo stato in cui versa il CUP front-office del presidio Serristori, l’attuale organizzazione del lavoro improntata su turni di 12 ore, e l’alto afflusso e assembramento di utenza in strutture inadeguate a rispettare i relativi distanziamenti. Attualmente sono insostenibili i più di 400 utenti che ogni giorno affluiscono al centro unico di prenotazione ospedaliero. Chiediamo alla Regione Toscana- terminano i sindacati di base- così come era stato richiesto dai Sindaci del Valdarno Fiorentino l’azzeramento dei vertici aziendali che si stanno rivelando ancora una volta incapaci a gestire in sicurezza la USL Toscana Centro.”

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