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La Toscana si prepara alla ripresa delle attività. Rossi firma un’ordinanza con le nuove prescrizioni. Le regole

Il Governatore della Toscana Rossi ha firmato oggi un’ordinanza nella quale elenca le nuove raccomandazioni e le prescrizioni che devono seguire sia le attività già aperte (esclusi ambienti sanitari, cantieri ed aziende dei servizi pubblici locali, per cui vale il protocollo condiviso il 14 marzo) sia quelle che dovranno riaprire. Si applicano anche a tutte quelle imprese che nel frattempo, in deroga ai codici Ateco autorizzati, hanno riaperto con il via libera delle prefetture, a volte solo anche grazie al silenzio-assenso.
“Prima di discutere quando riaprire, occorre pensare a come”, ha detto Rossi. Per trovare un accordo si sono susseguiti per giorni incontri a distanza, in videoconferenza, con sindacati, aziende ed associazioni di categoria. Gli ultimi ci sono stati oggi: con Rossi c’erano anche l’assessore alla presidenza Vittorio Bugli e l’assessore alle attività produttive Stefano Ciuoffo e sono state varate le misure e il piano di sicurezza anticontagio.
Ed eccole le regole che chi non ha mai chiuso e chi riaprirà dovrà adottare.

Primo punto, i trasporti: obbligo di guanti monouso e mascherine sui mezzi pubblici e pulizia delle mani prima e dopo l’utilizzo. Consigliato dove possibile l’uso di bicicletta e mezzi elettrici. Raccomandata la mascherina nell’auto propria, se con due persone a bordo.

Secondo punto, la distanza sociale in fabbrica, nei laboratori artigianali e negli uffici: non un metro ma almeno un metro e ottanta centimetri, come prescrive l’Organizzazione mondiale per la sanità. Se nella riorganizzazione dei processi produttivi questa distanza non potrà essere garantita, dovranno essere inseriti elementi di separazione tra le persone oppure usate mascherine FFP2 senza valvola (o due mascherine chirurgiche contemporaneamente) per chi lavora all’interno di uno stesso ambiente. Le mascherine chirurgiche saranno obbligatorie sempre e dovranno essere fornite dal datore di lavoro: negli spazi chiusi in presenza di più persone, si specifica al punto tre, ma anche negli spazi aperti quando non è garantito il mantenimento della distanza personale. Chi ha febbre od altri sintomi influenzali, suggestivi di Covid-19, dovrà rimanere a casa: il datore di lavoro potrà misurare la temperatura ai dipendenti all’ingresso oppure raccogliere una loro dichiarazione. La frequente e minuziosa pulizia delle mani è raccomandata in più momenti dell’attività lavorativa e non solo a inizio turno: per questo dovranno essere installati appositi dispencer.
Gli ambienti dovranno essere sanificati almeno una volta al giorno, pulendo con candeggina o altri prodotti simili porte, maniglie, tavoli e servizi igienici e annotando il tutto su appositi registri. Dovrà essere garantito, per quanto possibile, anche il ricambio di aria e la sanificazione periodica, secondo precise indicazioni, degli impianti di aerazione, che altrimenti dovranno rimanere spenti. Il decalogo si conclude con la riorganizzazione del servizio mensa, dove si dovrà porre attenzione alla distanza tra le persone e le sanificazione dei tavoli dopo ogni pasto.
Per i negozi ci sono alcune misure in più: obbligo di accessi regolamentati e scaglionati con percorsi diversi, se possibile, di entrata e uscita, pannelli di separazione tra lavoratori e clienti alle casse e sui banchi, ingressi per non più di una persona a famiglia (salvo casi di bambini e persone non autosufficienti), obbligo per tutti di mascherine, guanti monouso o comunque pulizia delle mani. La distanza di un metro e ottanta centimetri tra le persone dovrà essere garantita anche nei mercati all’aperto.
Tutti i datori di lavoro hanno l’obbligo di redigere un protocollo di sicurezza anticontagio, da spedire alla Regione entro trenta giorni da oggi, in cui si impegnino a mettere in pratica le misure previste dall’ordinanza. Controlli saranno previsti da parte dei servizi di igiene e da chi si occupa di sicurezza nei luoghi di lavoro.

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