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L’ultimo sopravvissuto di Cefalonia di Filippo Boni nella sestina finale del Premio “Fiuggi Storia 2019”

Il libro di Filippo Boni “L’ultimo sopravvissuto di Cefalonia” (Longanesi), è nella sestina dei finalisti della decima edizione del Premio Nazionale Fiuggi Storia 2019, sezione “Epistolari e Memorie”, il più prestigioso riconoscimento italiano dedicato a narrativa e saggistica storica promosso dalla Fondazione Giuseppe Levi Pelloni con il patrocinio del Senato e della Regione Lazio.
La cerimonia che decreterà i vincitori si terrà nella Biblioteca della Camera dei Deputati – Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto a Roma, domani a partire dalle 16. Nella medesima sezione concorrono altri cinque studiosi, scrittori e storici di fama nazionale e internazionale come Mirella Serri (Gli Irriducibili, Longanesi), Stefania Auci (La saga dei Florio, Nord), Vincenzo Di Michele (Io, prigioniero in Russia, (Gedi), Anna Maria Mori e Nelida Milani (Bora, Marsilio), Valentina Sommella (Un console in trincea, Rubbettino). Tra i finalisti anche Luciano Canfora, Elena Aga Rossi, Alfio Caruso, Lucio Villari e Adriano Sofri. Oltre 100 le opere inviate e circa 25 sono giunte in finale nelle varie sezioni, indicate da case editrici, comitato di lettori e vincitori delle passate edizioni.
Per lo scrittore e ricercatore cavrigliese si tratta di un altro traguardo di grande prestigio. Boni, che dodici mesi fa per la prima volta dopo 40 anni ha narrato la storia degli uomini della scorta di Aldo Moro uccisi il 16 marzo 1978 nel libro “Gli eroi di Via Fani” (Fiorino d’oro per la saggistica 2018 al Premio Firenze Europa), nella sua opera restituisce alla memoria collettiva la storia dell’ultimo superstite alla strage nazista di Cefalonia del settembre 1943, Bruno Bertoldi, oggi 101enne, residente a Bolzano, un uomo che ha superato tutti gli orrori del ‘900, lager, gulag e terribili massacri.
“E’ merito di Filippo Boni se il monumento è ora finalmente in libreria: le trecento, vibranti pagine de “L’ultimo sopravvissuto di Cefalonia” rendono giustizia a un uomo mite che ha sconfitto la ferocia della storia”, ha scritto recentemente Raffaele Oriani su Il Venerdì di Repubblica.

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