E’ una vera e propria bufera quella che si è scatenata in queste ore tra il consigliere comunale di Montevarchi Democratica Francesco Maria Grasso e il sindaco Silvia Chiassai. Una polemica scoppiata ieri nel parlamentino fiume e proseguita anche oggi a colpi di post sui social network. Oggetto del contendere, il servizio mensa e la stretta decisa dai vertici di Palazzo Varchi per recuperare le morosità, che ammontano a mezzo milione di euro. L’ex sindaco, che ha abbandonato l’aula per protesta, ha parlato di “pagina buia” nelle storia sociale della città, affermando che l’amministrazione, per punire i genitori, ha deciso di non far mangiare i bambini.
Tutto è nato dalla scelta dell’esecutivo di avviare una tolleranza zero nei confronti di chi non paga il servizio per motivi non legati ad uno stato di indigenza. E’ stata attivata una card prepagata che ogni genitore, dal prossimo mese di settembre, dovrà ricaricare per un minimo di 31 giorni, in anticipo sull’erogazione delle prestazioni. Sarà avvisato tramite sms dagli uffici comunali appena il credito sta per scadere. “Al 31 giorno se non si sarà provveduto alla ricarica – ha detto il sindaco – i servizi saranno sospesi, come era previsto, peraltro, nella precedente disciplina del 1996.
Una decisione che ha provocato il durissimo risentimento di Francesco Grasso. ” Mai avrei pensato che il centro-destra arrivasse a tanto – ha detto – . Punire i bambini per i genitori. Se non pagano la mensa rifiutare il pasto al bambino e accompagnarlo in un angolo o altra stanza. Questo e’ stato riaffermato dalla sindaca e dall’assessore. Chiassai e Tassi, sindaca ed assessore – ha aggiunto Grasso – , sarete ricordati sicuramente dalla scuola di Montevarchi per questa brutta storia. Dal dopoguerra per la prima volta si taglia un 30% del nido e si dispone di non dare da mangiare ai bambini morosi. Punire i piccoli per educare i grandi. Complimenti!!”.