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Mauro Di Ponte si autosospende dal Partito Democratico. Durissimo attacco alla segreteria di Terranuova

Ha inviato una lettera al segretario del Pd toscano Emiliano Fossi, a Barbara Croci, a capo della segreteria provinciale e al segretario del Partito Democratico di Terranuova Mauro Bronzi, per annunciare la sua autosospensione dal partito con il quale ha condiviso la sua vita politica, sottolineando una forte delusione per gli accadimenti degli ultimi mesi. E’ la mossa di Mauro Di Ponte, attuale vice sindaco del Comune terranuovese, che aveva chiesto le Primarie per scegliere il candidato a sindaco. Ruolo che sarà invece portato avanti da Sergio Chienni. Di Ponte, che ha detto chiaramente la sua esperienza non finisce qui,  ha parlato di “profonda delusione nel vedere come viene guidato il Pd di Terranuova”. “Sono sempre stato iscritto nella sezione terranuovese, fin dalle primarie del 14 ottobre 2007, giorno della fondazione del nostro Partito. Ne ho sempre condiviso i valori caratterizzanti della democraticità, della libertà, della laicità, della pace, dell’uguaglianza e dell’aiuto a chi è più in difficoltà. Ho sempre creduto, come riportato nello statuto nazionale, nella promozione della trasparenza e nel ricambio delle cariche politiche e istituzionali – si legge nella lettera – Ho sempre creduto, come afferma lo statuto regionale, in una democrazia che individua nella “prossimità” un bene primario, perché si può avere sintonia tra elettori ed eletti solo quando quest’ultimi vivono a contatto con la gente e non chiusi in stanze e palazzi vivendo di autoreferenzialità. Ho sempre creduto nel metodo delle primarie quale strumento per selezionare la nostra classe dirigente e quale strumento di vicinanza e di partecipazione dei cittadini – ha proseguito Di Ponte – Le primarie sono un elemento riconoscibile e distintivo del nostro Partito, sono una porta aperta verso gli elettori che solo così sono partecipi e protagonisti delle scelte”.

 

 

“So bene che le Primarie possono sembrare scomode perché talvolta determinano geometrie differenti rispetto ai progetti della classe dirigente e allora le prospettive vanno riviste – prosegue la lettera – Un partito politico deve essere in grado di leggere il proprio tempo e si deve mettere in discussione confrontando la sua linea con gli elettori ogni volta che è possibile e, a maggior ragione, in prossimità degli appuntamenti elettorali. Il Partito Democratico di Terranuova aveva affrontato il cammino verso il rinnovo dell’amministrazione mettendo a confronto le varie sensibilità che lo animano e non può essere un atto di legge a fermare il confronto (il terzo mandato per i sindaci dei comuni con meno di 15 mila abitanti). A questo punto è giusto chiedersi se nuove istanze all’interno del nostro partito debbano essere ascoltate e costituiscano i prodromi del cambiamento. Confrontiamoci! Il Partito Democratico di Terranuova da tempo non è più un luogo dove potersi confrontare serenamente e liberamente; non è più un partito politico aperto alla discussione e al contradditorio; non è più uno spazio dove tutti i pensieri e anche quelli di minoranza sono ascoltati e rappresentati; dove tutti dovrebbero poter accedere alle assemblee, tesserati e non, come previsto dal nostro statuto per poter ascoltare e discutere di politica. Nel PD di Terranuova, – continua Di Ponte – alle ultime assemblee alcuni terranuovesi ed alcuni iscritti non hanno potuto partecipare per volontà del Segretario che li ha lasciati fuori dall’aula, situazione di una gravità incredibile”.

“Manca apertura ai cittadini, ascolto, capacità di programmazione e di visione del futuro, di rinnovamento della classe dirigente, poiché tutto frenato e bloccato dai soliti noti che non lasciano spazio alle nuove generazioni, un numero ristretto di persone che fanno parte dei vertici ed impongono un pensiero unico. Chi sostiene qualcosa di diverso, come ho fatto io, viene messo alla porta. So bene che il mio percorso politico non è assolutamente concluso, anzi è giunto proprio il momento in cui posso far tesoro di quella che è la mia esperienza all’interno dell’amministrazione del nostro Comune; sono stato assessore dal 2009 al 2014 e per due volte dal 2014 al 2024 vice sindaco e ho sempre cercato di rispettare il partito di cui ho fatto parte ed il voto degli elettori. Ogni volta mi sono messo in discussione passando sempre dal giudizio dei cittadini tramite le elezioni (e sono sempre stato il più votato tra i candidati del Partito al Consiglio Comunale). I cittadini continuano a riconoscere nella mia persona un esponente in grado di portare le loro istanze presso gli ambienti istituzionali. Di contro – ha aggiunto – ho ravvisato nei mie confronti un atteggiamento di totale chiusura, ostilità e i dirigenti del partito di Terranuova hanno detto che non c’è più spazio per me nell’amministrazione, che non posso far parte della prossima squadra di rappresentanti del partito alle elezioni. Questo è abbastanza strano perché il partito è composto da iscritti e simpatizzanti e non da pochi che si arrogano il diritto di dettare la linea senza aver avuto mai la correttezza di presentarsi al giudizio egli elettori ed il rispetto per chi l’ha fatto e lo fa”.

“Il Partito Democratico – si legge ancora nerlla lettera – si è nutrito anche della mia esperienza e del mio consenso e mi chiedo perché a questo punto non mi viene riconosciuto? Non mi sento l’ultimo arrivato, ma uno che ha contribuito a far crescere il Partito Democratico di Terranuova, a portarlo nella disponibilità delle persone dedicandoci impegno, competenza e passione per anni. Secondo me questo è uno degli aspetti fondamentali che deve caratterizzare una qualsiasi aggregazione di tipo politico. Vorrei anche capire perché si continua a programmare un futuro politico con esponenti di forze politiche che in comuni a noi vicini si schierano in compagini politiche avverse al PD e lo combattono in ogni modo. Com’è possibile che questi esponenti a Terranuova tessano le lodi del Partito Democratico e a pochi chilometri da qui lo combattano? Un Partito per funzionare bene deve condividere linee strategiche con i propri alleati politici e come ci si può fidare di individui che a Terranuova sostengono una linea e poi, superati i confini territoriali, sostengano idee politiche che combattono le nostre posizioni? Io non ho mai cambiato linea, idee, posizioni: sono i dirigenti del PD di Terranuova che mi spingono fuori dal partito. Lavoro per i terranuovesi sempre e comunque, sono altri che dovranno dimostrare che difendono gli interessi della nostra amministrazione comunale. Fuori da Terranuova avranno il coraggio di farlo? E allora mi chiedo dove sta la coerenza? Per costoro sarà sempre possibile difendere gli interessi del nostro comune quando devono giocare ruoli anche in comuni differenti e per forze politiche che si schierano con noi solo a corrente alternata?”

“Terranuova è la stella polare verso cui guardare e Terranuova dovrebbe indicarci la strada – ha proseguito Di Ponte – Grossi cambiamenti ci aspettano (soprattutto meno risorse dovute al ridimensionamento del polo impiantistico di Podere Rota) e allora saranno necessarie scelte e credo che nei valori del Centrosinistra ci siano le fondamenta di una scelta di società. Ma il Centrosinistra deve essere aperto e deve saper ascoltare perché gli elettori sono la nostra guida. Per questo penso che sia arrivato il momento di autosospendermi dal Partito Democratico perché voglio dare una scossa al dibattito e non rassegnarmi a vedere un Partito che si arrocca e si allontana da se stesso.Ad una cultura di governo fatta di pochi io oppongo un condivisione delle scelte con la gente ed i cittadini. Ad un partito chiuso in una stanza contrappongo un partito aperto all’ascolto e che non abbia paura di far scegliere i cittadini, tenendo insieme i più anziani, che hanno costruito il presente, e i più giovani perché loro sarà il futuro”.

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