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Franco Migliacci. Addio ad un paroliere della musica, un vero fuoriclasse

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Ieri è venuto a mancare un autentico monumento della nostra musica: Franco Migliacci, nato a Mantova nel 1930, è stato innanzitutto quello del “Blu dipinto di blu” o “Volare”, successo di dimensioni planetarie reso immortale dalla voce di Mimmo Modugno e cantato in tutto il mondo. E questo basterebbe, senza il forse, a decretarne la fama imperitura: ma Migliacci è stato ben altro ancora e dal suo cassetto di autore viene fuori una lista lunghissima di successi: da “Tintarella di luna” di Mina a “Una rotonda sul mare” di Fred Bongusto alle sanremesi “Ma che freddo fa” cantata da una implume Nada Malanima, per arrivare a “Che sarà”, dove il paese mio che sta sulla collina…altro non è che la amatissima Cortona dei propri genitori.

Una infilata di successi che continua,con la celebre collaborazione con Gianni Morandi: le prime celebri canzoni del cantante emiliano portano il suo marchio, così come “Uno su mille”, brano che ne segnò la rinascita dopo anni di oblio. Certo, ci sono state anche cose decisamente più trascurabili come per dire “Appartengo” di Ambra, un brano peraltro oggi ritornato di moda fra la gente, oppure Giovanni Scialpi, il cantante parmigiano che fu una sua diretta creatura. Ma, nonostante tutto, Migliacci, nome che ai giovanissimi dirà poco, merita un posto in prima fila nel pantheon della musica leggera. Chi scrive gli ha preferito altri autori, penso a Calabrese o a Sergio Bardotti per esempio, ma la grandezza resta specchiata.

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