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La famiglia Mansueto e una donazione per volontà di Martina. La ricerca sul gliobastoma, tumore cerebrale killer

Una donazione a nome di Martina Mansueto per la ricerca sul glioblastoma. E’ quella che ha fatto la famiglia della giovane valdarnese morta nel gennaio scorso in Piemonte, dove abitava da alcuni anni, a soli 41 anni. Una scomparsa, la sua, che ha colpito l’intera comunità valdarnese. Ma da questa tragedia i familiari e gli amici hanno comunque trovato la forza di pensare agli altri. Ai malati che combattono ogni giorno con una patologia terribile. Il glioblastoma, infatti, è uno dei tumori cerebrali più aggressivi e chi ne è affetto, generalmente, muore dopo alcuni mesi. La decisione della famiglia Mansueto, arrivata per precisa volontà di Martina, è andata quindi nella direzione del contributo economico, andato alla Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, struttura sanitaria privata, creata e inaugurata da Padre Pio nel lontano 1956. Dispone di circa 900 posti letto suddivisi tra 30 reparti di degenza medici e chirurgici, 50 specialità cliniche con un “catalogo” di circa 4300 prestazioni diagnostiche e terapeutiche. Ogni anno si registrano 57 000 ricoveri e oltre 1,3 milioni di prestazioni ambulatoriali. .

 

 

“Aiutiamo la ricerca per guarire dai tumori – ha detto il padre di Martina, Armando – Questa era la sua volontà” . Il presidente del centro pugliese, padre Franco Moscone, in questi giorni ha fatto recapitare una lettera ai familiari della giovane, morta dopo molte sofferenze per un male incurabile. “Ringrazio sentitamente lei, gli amici e i parenti per l’offerta all’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza a sostegno della ricerca scientifica, in memoria della compianta Martina Mansueto e mi associo al dolore dei suoi cari e di quanti in vita l’hanno amata stimata e apprezzata per le sue virtù – ha scritto in una lettera di ringraziamento il religioso –Vi assicuro che pregherò alla tomba di San Pio perché benedica e protegga voi e quanti vi stanno a cuore”. Martina Mansueto era cresciuta a Santa Barbara, nel Comune di Cavriglia, ed è stata consigliere della provincia di Arezzo per l’Italia dei Valori e responsabile dell’ufficio stampa del padre, organizzatore di manifestazioni fieristiche. Da alcuni anni si era trasferita in Piemonte e lì aveva la sua vita tra scuola, teatro, passione e amicizie. La sua morte ha colpito l’intera comunità valdarnese e alla famiglia sono arrivati innumerevoli attestati di affetto. Il padre Armando è presidente del Movimento Consumatori di Arezzo.

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