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La storia di Clothest, e-commerce no profit di abiti di lusso usati nato a Montevarchi

Veicolare un messaggio di sostenibilità ambientale e riciclo, e allo stesso tempo sostenere la Caritas di Montevarchi: questo è la mission di Clothest, l’e-commerce non profit di abiti e accessori di alta moda di seconda mano nato appunto a Montevarchi e attivo da fine 2020. Un’iniziativa nata dalla voglia, da parte dei volontari, di sfruttare al massimo le possibilità che la raccolta di indumenti usati tradizionalmente portata avanti dalla Casa Famiglia Caritas dà. Ne abbiamo parlato con una delle fondatrici, Letizia Baldetti.

Noi siamo un’associazione di promozione sociale che raccoglie abiti usati in ottimo stato di brand di lusso di fascia medio-alta per poi rivenderli e donare l’intero ricavato alla Casa Famiglia Caritas di Montevarchi, da dove tutto è iniziato. – esordisce Letizia – Oltre alla destinazione dei proventi, ciò che ci motiva maggiormente è il voler mandare un messaggio di sostenibilità e riduzione dello spreco ambientale, promuovendo uno stile di vita più consapevole delle conseguenze delle nostre abitudini di uso e consumo”. Come si legge nel loro sito, ogni anno 92 milioni di tonnellate di abiti vengono buttati e inceneriti, generando più di 1,2 miliardi di emissioni di anidride carbonica. Uno spreco che potrebbe sicuramente ridursi acquistando abiti di seconda mano e di qualità, che perdurino nel tempo.

“L’idea è nata nel 2015, quando io e altri volontari della Casa Famiglia ci siamo accorti che tra i molti vestiti che venivano donati era presente anche qualche capo d’abbigliamento di brand importanti e in buono stato. – continua Letizia – Gestire questi indumenti come tutti gli altri non sarebbe stato il modo migliore, e così abbiamo aperto un negozio su eBay: la prima vendita è stata una borsa in Australia! Successivamente ho conosciuto ad una conferenza Paolo Iapichino, che ha sposato la causa e ci ha guidato verso la realizzazione di un nostro sito, che è poi andato online a dicembre 2020, grazie al contributo, totalmente gratuito, della web agency Riccardo Melzi di Montevarchi. Ad oggi siamo circa quindici, tutti volontari, a portare avanti l’attività”.

I capi raccolti sono più di 1200, e anche associazioni esterne importanti hanno chiesto di avere uno spazio nel sito: “Abbiamo delle collaborazioni avviate con Oxfam e Anlaids Lombardia, con le quali condividiamo idee e obiettivi riguardo l’economia circolare e la riduzione degli sprechi”. Non è facile però, per una realtà no profit, attirare la clientela: “Le vendite sono ancora contenute, noi non abbiamo le risorse economiche per sviluppare una campagna di marketing che ci allarghi al grande pubblico, e quindi non è immediato per un potenziale cliente trovarci. Abbiamo comunque partecipato ad iniziative importanti che ci hanno permesso di farci conoscere e di avere un riscontro in termini di vendite, come la Civil Week a Milano, dove siamo stati invitati, e la sfilata che abbiamo fatto a Firenze in occasione del festival della moda Pitti. Comunque – conclude Letizia – c’è già qualche progetto che bolle in pentola per il futuro, che sveleremo nei prossimi mesi”.

Un progetto dunque nato e proseguito nel Valdarno, che promuove un messaggio di sostenibilità ambientale e valorizzazione della qualità. Di seguito il link al sito (https://www.clothest.it/) e alcuni scatti.

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