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Abbraccio collettivo. La straordinaria serata di ieri a Figline. I lavoratori della Bekaert e una vallata al loro fianco

E’ stata una serata di fine giugno, quella di ieri, che difficilmente potrà essere dimenticata. In primis dai lavoratori della Bekaert, che alla grande manifestazione di Figline hanno avuto una nuova conferma: la loro non è una battaglia isolata. E’ una battaglia che porta avanti un’intera vallata. Ma non potrà essere dimenticata nemmeno per l’incredibile testimonianza di affetto e di solidarietà che ha spinto oltre 5.000 persone provenienti da tutto il Valdarno riversarsi in piazza Marsilio Ficino, non prima di aver partecipato al grande corteo partito da via Petrarca. Il Valdarno è questo. Ci si può dividere per fatti politici, alimentare un sano campanilismo, dire no, perchè no, al comune unico, offendersi bonariamente per una partita di calcio. Ma quando di tratta di scendere in campo per difendere un patrimonio collettivo, i risultati sono quelli, entusiasmanti di ieri sera.
Questo è il Valdarno unito. Il Valdarno che scende in strada per portare ai lavoratori della Bekaert in presidio cibo e bevande. Il Valdarno che si sposta, magari di 15, o 20 km, solo per abbracciare i lavoratori e dire loro “noi siamo con voi”. Il Valdarno che si emoziona per la testimonianza di Gianni Tarchi, lavoratore e sindacalista, che ieri sera ha raccontato quello che rappresenta la Bekaert per loro. Una seconda casa. Una casa che a causa di una scelta assurda, comunicata in maniera disumana, rischia di chiudere nel giro di 75 giorni.
Ma se i vertici della multinazionale belga hanno visto quello che è accaduto a Figline venerdì 29 giugno, si saranno sicuramente resi conto che non ci sono esiti scontati. E nessuno ha intenzione di arrendersi. Nè i lavoratori, nè i sindacati, nè i cittadini. E nemmeno le istituzioni, che ieri sera hanno risposto, compatte, all’appello che era arrivato. Non esiste centro destra, non esiste centro sinistra, non esiste movimento 5 Stelle in questa lunga e difficile battaglia. Esiste solo una bandiera. Quella della giustizia. Per evitare una grande ingiustizia.

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