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Addio Vincenzo, genio e sregolatezza. È morto D’Amico. Eroe laziale degli anni 70

Per due anni ha lottato contro la malattia, subdola, che non gli ha dato scampo. Oggi è morto Vincenzo D’Amico, un grande calciatore ed un grande laziale, campione di quella squadra di Tommaso Maestrelli e del patron Lenzini capace di vincere lo scudetto nel 1974. Era il cucciolo di quella formazione, il più giovane e forse anche quello baciato dalla classe più pura e cristallina. Dribbling e fantasia a go go nel repertorio di questo giocatore che ha legato tutta la sua carriera alla Lazio, tranne una breve parentesi di un anno nel Toro ed il finale di carriera a Terni. Il dopo calcio ha significato per lui tante apparizioni televisive nelle vesti di esperto e mai banale opinionista, un fantasioso anche col microfono in mano. A soli 68 anni Vincenzino va a trovare la larga schiera dei compagni di quella squadra così forte e discussa, da Chinaglia a Wilson, da Pulici a Re Cecconi, da Frustalupi al presidente Lenzini, senza dimenticare ovviamente Tommaso Maestrelli e Bob Lovati. Un’antologia della memoria biancoceleste insomma. Ciao Vincenzo, il dribbling sia con te.

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