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Alfonso Panzetta lascia la direzione del Cassero per la Scultura. “Dieci anni di crescita”

Ha utilizzato i social network per annunciare una decisione che era nell’aria da tempo. Decisione ufficializzata questa domenica di fine gennaio, che ha sancito la fine della collaborazione tra il professor Alfonso Panzetta e il Cassero per la Scultura di Montevarchi, istituzione culturale che dirigeva da ben dieci anni. Nella sua lettera di saluto, Panzetta ha tracciato un bilancio dell’attività del Cassero in questo decennio, sottolineando come lasci una
delle più vivaci realtà museali della Regione Toscana.
“Una realtà – ha detto – in ordine con gli standard museali richiesti, cioè una direzione scientifica, un adeguato orario di apertura, una buona comunicazione in rete, una regolare attività di studio del patrimonio posseduto e costantemente incrementato, un’offerta didattica originale, ampia e mirata. Questi standard, richiesti, – ha aggiunto – sono stati la cornice di una ricchissima sequenza di mostre innovative e pubblicazioni scientifiche che hanno costruito anche la sua attuale, solida reputazione nazionale; eventi che hanno attirato a Montevarchi migliaia di visitatori paganti, che hanno parcheggiato, soggiornato in hotel, pranzato e fatto acquisti in Città contribuendo all’economia locale”.
Ma Panzetta ha precisato che il Cassero, in questi anni, è stata anche una forza centrifuga di educazione alla cultura, oltre che al bello. Il museo ha infatti aperto le porte alle associazioni e alle imprese, facendo vivere i suoi spazi anche con musica, canto, danza e teatro, divenendo così punto di riferimento per Montevarchi e per il suo territorio. “Con i suoi numerosi progetti per le famiglie, per i pubblici speciali (non vedenti, bambini nelle pediatrie e malati di Alzheimer) e per i nuovi residenti – ha detto il professr Panzetta – il Cassero ha dimostrato che il Museo può non essere “luogo per pochi”, ma spazio cittadino inclusivo, dinamico ed attento alle esigenze di tutti, luogo dove tanti bambini, piccoli cittadini, sono venuti più volte, anche autonomamente, perchè sempre accolti con giochi stimolanti e nuovi. Sono stati 10 anni intensi e fantastici – ha proseguito – con collaboratori straordinari e preparati che mi hanno assecondato e sostenuto nel realizzare la mia idea di museo che vive in una società e contribuisce alla sua crescita”.
Panzetta ha poi concluso la sua lettera di commiato con un’ultima riflessione parafrasata da Antonio Natali, già direttore degli Uffizi: “Il denaro non viene aumentando i biglietti ma da una gestione della città che faccia si che il turista, arrivato per un evento organizzato dal museo, si fermi in città contribuendo alle sue dinamiche economiche”; il ruolo di una Istituzione culturale non può e non deve essere mai considerato superfluo, pena l’impoverimento della società stessa. A Montevarchi, dove ho realizzato progetti con continuità fin dal 1990 – ha concluso il professore – lascio molti amici…e un pezzo di cuore”.

Foto di Andrea Rum tratta da “Stile Arte”

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