Cerca
Close this search box.

Cobas all’attacco: “Continua il ridimensionamento dell’ospedale Serristori”

Nuova offensiva dei Cobas della Asl Toscana Centro, che hanno puntato l’indice sulla politica di gestione dell’ospedale Serristori di Figline, denunciando un ridimensionamento dei servizi sanitari all’interno del presidio.
“Nascono come funghi strutture private sul versante sanitario e sociale – hanno detto i sindacati – mentre nel contempo vengono chiuse, ridimensionate e sospese le stesse attività nel servizio sanitario pubblico nonostante siano in aumento le liste di attesa per le quali l’azienda USL Toscana Centro ha avuto il coraggio di richiedere a tutti lavoratori , oltre l’orario di lavoro normale, prestazioni aggiuntive per “abbattere” le liste di attesa nell’area chirurgica e diagnostica che la stessa azienda crea”.
I Cobas denunciano infatti la chiusura delle sale operatorie e di alcuni reparti, il laboratorio analisi aperto solo h12 senza adeguate dotazioni di personale e una radiologia che va avanti con difficoltà. “Le uniche risposte che vengono date sono legate all’aumento della precarizzazione dei rapporti di lavoro – hanno proseguito -. Ancora la sub intensiva è in attesa di riavere il terzo posto letto e di vedere sostituiti gli anestesisti andati in pensione o dedicati ad altre attività, mentre drammatiche rimangono le condizioni delle due medicine, costrette a lavorare sotto organico per la mancata sostituzione di infermieri andati in pensione o in malattia professionale”.
Per Andrea Calò e Domenico Mangiola la mancata sostituzione degli anestesisti comporta delle conseguenze organizzative, dato che si tratta di personale medico specialistico che garantisce il mantenimento della sub intensiva in h24, delle due sale operatorie, delle attività di pronto soccorso per le consulenze di urgenza e emergenza nonché della pre-ospedalizzazione, necessaria alla programmazione degli interventi chirurgici.
“La volontà di non completare l’organico di medici anestesisti – hanno continuato – nasconde in realtà l’operazione di smantellare l’ospedale per acuti, prova ne sono i numeri: dei vecchi 9 anestesisti attualmente ne sono in servizio sulla carta solo 6, in realtà 5 in quanto ci sono i liberi, i recuperi e le ferie. Siccome i Sindaci non stanno vigilando né monitorando l’applicazione del patto territoriale, l’Azienda sta procedendo all’assorbimento della sub intensiva all’interno dell’high care medica con la conseguenza perdita di un reparto di area critica specifico. Ecco spiegati il motivo della mancata reintegrazione degli anestesisti mancanti. Il giochino – hanno continuato i sindacati – permette così alla direzione sanitaria di passare ad una presenza degli anestesisti sulle 12h anziché sulle 24h. Va da se che tale operazione avrà dure ripercussioni sul funzionamento del pronto soccorso che a questo punto diventerebbe un primo soccorso con l’unica funzione di veicolare i pazienti sugli altri presidi dell’USL”.
I Cobas hanno poi segnalato un “silenzio tombale” sulla endoscopia oramai chiusa da quasi 2 mesi e sulla cardiologia oramai classificata di secondo livello. “Scandaloso – hanno poi sottolineato – è l’imminente obiettivo regionale “in cantiere” di far pagare ai cittadini prestazioni chirurgiche che attualmente sono erogate gratuitamente come ricovero ospedaliero e che in un imminente futuro, con la nuova classificazione in interventi di chirurgia ambulatoriale complessa, obbligheranno i cittadini a pagare ticket pesantissimi”.

Articoli correlati