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I commercianti della moda chiedono maggior visibilità e tutela da parte del Governo: “Non siamo fantasmi”

“Non siamo fantasmi”: è questo lo slogan scelto da Federazione Moda Italia-Confcommercio per la sua campagna di sensibilizzazione rivolta alle istituzioni, governo nazionale in primis. L’associazione, alla quale aderiscono le imprese del commercio al dettaglio e all’ingrosso di abbigliamento, calzature e pelletterie, reclama visibilità e tutela per la categoria, in considerazione della grave crisi che la pandemia ha causato anche nel settore.

La crisi si fa ogni giorno più grave, ma i decreti che si susseguono non fanno menzione di noi” – spiega il presidente di Federmoda-Confcommercio Arezzo Paolo Mantovani – “per noi niente ristori, ma le vendite sono crollate fino all’80% rispetto all’anno scorso. Di questo passo solo in provincia di Arezzo sono a rischio chiusura entro l’anno almeno 200 negozi degli oltre 800 esistenti (tra abbigliamento, calzature, pelletteria, articoli sportivi, intimo, neonato), che nel complesso danno lavoro a quasi duemila persone. Il venir meno delle occasioni sociali di incontro come una cena fuori, poi la ripresa forte dello smart working e l’ipotesi di nuovi lockdown hanno praticamente paralizzato le vendite” – prosegue Mantovani – “Se a questo ci si aggiunge il timore per il futuro, si capisce bene come uno dei primi settori di consumo sacrificati sia stato il nostro. Anche la mancanza di turisti, soprattutto quelli dall’estero, ha giocato pesantemente a nostro sfavore. Le presenze dei connazionali non sono certo bastate a compensare le perdite”.

Tra le richieste della confederazione al Governo figurano contributi a fondo perduto, liquidità dalle banche, credito d’imposta per gli affitti, condono tombale sui versamenti tributari e contributivi, detassazione e rottamazione dei magazzini, sospensione dei mutui e leasing bancari e prosecuzione della cassa integrazione fino a tutto il 2021.

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