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Il mancato arrivo delle terre della Tav sarebbe un duro colpo anche per S.Giovanni. Viligiardi: “via le barriere antirumore in via Rodari”

Non solo Cavriglia, ma anche San Giovanni guarda con apprensione al futuro progettuale del sottoattraversamento ferroviario di Firenze e al sempre meno probabile arrivo a Santa Barbara delle terre delle Tav. Operazione, questa, che consentirebbe al comune di Masaccio di introitare 4,5 milioni di euro. Soldi che, come ha ricordato il sindaco Viligiardi, farebbero molto comodo alla sua amministrazione. Tra l’altro la destinazione delle risorse è legata ad accordi sottoscritti qualche anno fa con i comuni di Cavriglia e Figline, la Provincia di Arezzo e la Regione Toscana e riguarda principalmente opere viarie. Ci sono poi problemi contingenti, come la barriera antirumore collocata in via Rodari a San Giovanni. “ Nell’ottica dell’arrivo delle terre – ha detto Viligiardi – sono stati messi in atto interventi che hanno comportato anche problematiche nei confronti della cittadinanza. Oggi chi abita in via Rodari c’ha davanti a casa una barriera che gli copre la visuale sui monti del Pratomagno e sulla nostra vallata. Si tratta di disagi di carattere visivo non indifferenti e se le cose non andranno in porto saranno stati danni sofferti inutilmente”. Il sindaco di San Giovanni non ha potuto partecipare all’incontro che si è tenuto martedì scorso in Regione Toscana e a cui hanno preso parte il comune di Cavriglia, la Regione, Enel e le Ferrovie. “. Ho chiesto al sindaco Sanni di rappresentare anche le istanze di San Giovanni e di chiedere che si decida velocemente che cosa fare – ha aggiunto Viligiardi – , compresa la possibilità di togliere quelle barriere”. Ma per il primo cittadino di San Giovanni il problema è molto più complesso, ed è legato al modo con cui viaggia il nostro paese. “ Le opere pubbliche importanti come l’alta velocità – ha detto – vengono realizzate in alcuni decenni. Nemmeno nei paesi del terzo mondo funziona così. Poi dopo venticinque anni si decide che forse si potrebbe anche cambiare il tragitto del sottoattraversamento di Firenze senza sapere quale potrebbe essere il nuovo percorso. Se ci fosse questa scelta perderemmo altri vent’anni per strada”.

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