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Imu. L’associazione “Siamo Montevarchi” chiede alla giunta Chiassai una semplificazione

La libera associazione “Siamo Montevarchi” è intervenuta nelle ultime ore per affrontare un tema importante: quello della pressione fiscale, alla luce anche dell’approvazione prossima del bilancio preventivo. Riflettori puntati in particolare sull’Imu.
“Crediamo sia indispensabile che la giunta comunale, in base anche a quanto promesso in campagna elettorale, marchi una netta discontinuità con il passato, intervenendo su una pletora senza senso di aliquote, eredità della precedente amministrazione, che fanno di Montevarchi un caso unico a livello nazionale nel senso più negativo – ha spiegato l’associazione -. Un vero rompicapo per i contribuenti, i professionisti di settore e gli stessi operatori comunali. Crediamo di non andare molto lontano dal vero dicendo che abbiamo contato almeno 25 aliquote”.
Per l’associazione guidata da Luciano Bucci occorre quindi intervenire riordinando e rimodulando l’intero panorama dell’imposta sugli immobili, semplificando le fattispecie di applicazione accorpando le categorie catastali come avviene negli altri comuni e calmierando le aliquote, alcune delle quali esose.
“Studi, uffici, negozi e botteghe – ha aggiunto Siamo Montevarchi – hanno l’aliquota al massimo di legge, in più di un caso superiore del 30% circa rispetto ad altri comuni limitrofi. Anche il riallineamento con le altre realtà territoriali potrebbe costituire una spinta all’apertura di nuovi esercizi, specie nelle zone centrali. In particolare – ha proseguito – non può essere ulteriormente procrastinata l’introduzione di sensibili agevolazioni per l’apertura di nuove attività in regime di start up come accade, ad esempio, in altri comuni dove viene applicata l’aliquota dello 0,39%. Lo stesso assunto dovrebbe farsi valere per gli immobili industriali (cat. D) che a Montevarchi è pure notevolmente superiore rispetto agli altri comuni di vallata”.
Riguardo poi le aree edificabili. per l’associazione si impone una revisione, specie in considerazione del fatto che a Montevarchi il territorio delle UTOE (Unità Territoriali Organiche Elementari) di pianura è pressoché individuato come edificabile ma, per la nota contingenza di mercato e la sua saturazione locale, è pressoché ferma l’attività edificabile.
“Molti cittadini – ha sottolineato Siamo Montevarchi – non riescono più a sostenere un’aliquota che è al massimo di legge, caso unico in tutto il Valdarno. In questo senso sono moltissime le sollecitazioni ascoltate anche in campagna elettorale ed un intervento s’impone, specie in considerazione del fatto che non tutte le aree di trasformazione oggi individuate nel Regolamento Urbanistico potrebbero essere confermate, visti i disposti della L.R.65/2014, con il nuovo Piano Operativo Comunale. Dal che – ha concluso l’associazione guidata da Bucci –
deriverebbe un’ulteriore beffa per coloro che fino ad oggi hanno pagato un’IMU salatissima e domani potrebbero non aver più la possibilità di edificare”.

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