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Montevarchi: audizione dei vertici della Asp in Consiglio comunale

Un minuto di silenzio in segno di cordoglio per i 17 morti tra gli anziani della casa di riposo di Montevarchi. Si è aperta così, ieri pomeriggio, su proposta della capogruppo Pd Elisa Bertini subito accolta dal presidente dell’assiste Claudio Rossi, la seduta del Consiglio comunale riunito in modalità mista, con qualche consigliere che ha raggiunto il Palazzo del Podestà e altri collegati via web da casa. Condizionata da più di un problema tecnico e diatribe procedurali, la riunione è iniziata con la relazione del sindaco Silvia Chiassai Martini che ha ripercorso la storia del contagio nella palazzina di via Pascoli. A partire dal 29 marzo quando fu avvertita dalla dirigenza della Asp che un operatore e un ospite della struttura erano risultati positivi al tampone.
Ad oggi sono 41 gli ospiti, 23 Covid alloggiati nei locali gestiti dalla Asl subentrata nella gestione, 3 ricoverati all’ospedale aretino, 14 non positivi trasferiti a Foiano e un negativizzato che si trova al monoblocco della Gruccia.
La direttrice della Asp Flavia Migliorini ha poi tracciato le tappe dell’emergenza, specificando come già il 5 marzo, prima delle direttive regionali e nazionali, qualunque accesso fosse interdetto agli esterni. Il 31 del mese, dopo i primi casi di positività, diversi ospiti che presentavano stati febbrili erano stati isolati in un reparto e il 1° aprile sottoposti a tampone insieme agli operatori. Il 7 aprile sono arrivati i risultati con la certificazione di 20 positivi tra i degenti e di 13 nelle file del personale, che nel frattempo aveva continuato la sua opera nella Asp, mentre quelli dei test sierologici svolti l’8 aprile non sono mai giunti.
La presidente della casa di riposo Luisa Granelli ha rivendicato di aver adempiuto a tutti gli atti necessari a proteggere i pazienti. “Ci hanno attaccato con nomi e cognomi sui social – ha affermato – e non siamo stati difesi da nessuno né dall’amministrazione né dall’opposizione. Vi chiedo il rispetto che è dovuto a un organo che collabora con il municipio per il bene della collettività. Abbiamo pianto come voi per ogni persona che ci ha lasciato pur sapendo di aver fatto di tutto per evitarlo”.
Tra le domande di chiarimento dei consiglieri anche il quesito sull’utilizzo dei dispositivi di protezione. “La fornitura delle mascherine era di competenza della cooperativa – ha concluso il sindaco – ma abbiamo dato la nostra disponibilità a farcene carico. Ci è stato risposto che avevano i rifornimenti necessari. Siamo intervenuti in seguito, su richiesta della cooperativa, con una dotazione per gli ospiti”.

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