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Montevarchi dedica una mostra ad Ottone Rosai. Dal 5 aprile al Palazzo del Podestà. Ci saranno anche opere inedite

Il Palazzo del Podestà di Montevarchi ospiterà, a partire dal prossimo mese di aprile, una splendida mostra su Ottone Rosai, artista fiorentino che scelse di leggere le novità del suo tempo attraverso la grande arte del Trecento e Quattrocento toscano. Iniziativa organizzata a cento anni dalla prima personale di Rosai nella sua Firenze, datata 1920. Una rassegna, quella, che lo impose all’attenzione del mondo dell’arte. A curare l’esposizione montevarchina il professor Giovanni Faccenda, massimo esperto di Rosai e curatore del catalogo generale delle sue opere.
La mostra riunisce cinquanta opere dell’artista toscano, per metà disegni e altrettanti oli. Tutti riferiti ad un momento preciso della sua vita: gli anni tra il 1919 e il 1932, il ventennio tra le due Grandi Guerre.
Le opere provengono tutte da collezioni private, e il pubblico potrà ammirare tele notissime ma anche – e questa è una delle peculiarità di questa rassegna – opere del tutto inedite, emerse dalle ricerche che il prof. Faccenda continua a compiere nelle collezioni private e nelle case di chi, in Toscana ma non solo, ebbe rapporti con Rosai o con i suoi galleristi ed eredi.
«Una delle maggiori peculiarità di questa esposizione pubblica – anticipa il professor Faccenda – deriva dalla riscoperta di una decina di capolavori assoluti di Rosai degli anni Venti e Trenta, tutti provenienti da una raccolta privata romana, presenti alla mostra di Palazzo Ferroni, a Firenze, nel 1932, e documentati nel primo volume del Catalogo Generale Ragionato delle Opere di Ottone Rosai (Editoriale Giorgio Mondadori, Milano, 2018), da me curato. Accanto ad essi, le eccellenze più note di un periodo – quello fra le due guerre (1918-1939) – che rappresenta l’aristocrazia della pittura e del disegno di Rosai”.
“Quando il Prof. Faccenda ci ha proposto di realizzare la mostra, e introdotto nella storia complessa e particolare di questo maestro dell’arte del ‘900 – spiega Silvia Chiassai Martini Sindaco di Montevarchi – siamo rimasti catturati dalla delicatezza e dalla grande espressione di umanità che emerge dalle sue opere. Abbiamo pensato che ospitare una esposizione dei suoi capolavori nel nostro Palazzo del Podestà, in un luogo tornato alla sua antica bellezza, fosse un’opportunità culturale che dovevamo cogliere e accettare per offrire ai visitatori una mostra unica”.

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