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Montevarchi: Giardini Spinelli, i residenti proseguono la loro battaglia contro la cementificazione

Una conferenza stampa e una lettera aperta al sindaco Silvia Chiassai Martini per ribadire il “no” alla vendita dei Giardini Spinelli di Montevarchi, destinati a diventare un lotto libero edificabile. Il Comitato dei residenti non molla e prosegue la battaglia per evitare la cementificazione del parco pubblico, anche a nome delle migliaia di cittadini che hanno firmato la petizione e di quelli che hanno espresso la loro solidarietà.
Confermano la totale contrarietà all’alienazione dello spazio verde alla periferia Nord di Montevarchi: “Una posizione – afferma il portavoce dei residenti Roberto Casucci – già espressa prima alla nuova amministrazione, incontrando l’allora assessore all’Urbanistica Luciano Bucci, e poi con tutti i mezzi in nostro possesso alla prima cittadina che ha sempre rifiutato la richiesta di ritirare il Giardino dal piano delle alienazioni. Proseguendo le procedure l’area è stata poi trasformata in un lotto libero e successivamente sono state respinte tutte le osservazioni presentate”.
Un comportamento che ha indotto gli abitanti ad autotassarsi per dare incarico a un legale di presentare ricorso al Tar chiedendo alla magistratura l’annullamento della variante al regolamento urbanistico e di ogni atto conseguente.
“Con questo atteggiamento – riprende Casucci – il sindaco smentisce con i fatti quanto dichiarato in campagna elettorale e cioè che in caso di elezione si sarebbe impegnata a salvaguardare la salute dei cittadini. Il giardino è l’unica area verde lungo le direttrici del grande traffico in tutto il quartiere del Giglio, dalla Stazione al Poggiolino: decorosa, pulita, poco attrezzata ma ombreggiata con tanti alberi, al riparo dai rumori del traffico e, soprattutto, mitiga l’inquinamento atmosferico. Insomma una zona da preservare e valorizzare”.
Di qui il nuovo appello all’amministratrice, che nei giorni scorsi aveva annunciato la ripubblicazione dell’avviso di asta pubblica per la vendita dopo una prima revoca in autotutela: “Ci rivolgiamo nuovamente a Lei pregandola di voler ascoltare i cittadini, prima che sia troppo tardi – scrive il Comitato nella missiva – dimostrandosi più ragionevole nelle sue scelte. Il nostro ricorso al Tar è un atto dovuto per tutelare la nostra salute, per rispetto a chi ci ha appoggiati e anche perchè alla nostra petizione, accompagnata da circa 1500 firme, Lei non ha mai dato risposta e ci ha convocati, ascoltando le nostre richieste, solo dopo che erano stati approvati tutti gli atti necessari”.
“Se Lei vorrà andare avanti – è la conclusione – a noi non rimane che attendere il pronunciamento del Giudice, che ci auguriamo sia a nostro favore per non creare un precedente, altrimenti per ogni necessità di finanziamento saranno a rischio le aree pubbliche del Comune”.

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