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San Giovanni: Cb2 al lavoro sulla sponda dell’Arno per rimuovere 3 piante pericolose

Consorzio 2 Alto Valdarno al lavoro a San Giovanni per rimuovere tre piante di grandi dimensioni che, scalzate e rese instabili dalle piene dell’Arno, si sono trasformate in un pericolo idraulico e in un rischio per l’incolumità di chi frequenta il parco sulla riva sinistra del fiume all’altezza dello stadio “Fedini”.

A segnalare il pericolo il sindaco Valentina Vadi e l’ente consortile è immediatamente intervenuto, come spiega l’ingegnere Beatrice Lanusini referente per il territorio valdarnese del settore difesa idrogeologica del CB2: “In seguito a un sopralluogo abbiamo accertato l’effettiva situazione di pericolo: la collocazione dei pioppi costituiva un evidente rischio per i cittadini che frequentano con assiduità l’area. Non solo. Eventi meteorologici importanti e caratteristici della stagione autunnale avrebbero potuto causarne l’improvviso ribaltamento all’interno dell’alveo dell’Arno, creando un ostacolo al corretto deflusso idraulico”, ha proseguito illustrando l’intervento realizzato, che si inserisce nel quadro di manutenzioni ordinarie svolte sull’Arno.

“Nel tempo – ha aggiunto -, in seguito alle piene che hanno interessato il fiume, si sono verificati piccoli successivi franamenti spondali. Questi fenomeni erosivi hanno fortemente compromesso gli apparati radicali delle piante, minando la stabilità dei tre esemplari, posizionati in un punto strategico della più importante e frequentata “passeggiata” sangiovannese”.
Lo scalzamento non ha compromesso la salute delle piante, ma le ha rese vulnerabili e, complici l’età e le grandi dimensioni, incapaci di resistere a nuovi eventi di piena o all’esposizione a tempeste di vento e ad altri fenomeni meteorologici intensi e tipici della stagione autunnale.
Un quadro clinico complesso e certificato – prima di procedere – dalla visita di un esperto. “Abbiamo chiesto il parere di un dottore forestale che, dopo aver analizzato lo stato delle alberature, ha giudicato necessario l’intervento di taglio – precisa ancora Lanusini -. L’operazione è stata eseguita da operai specializzati che hanno lavorato in quota con l’ausilio di una piattaforma aerea. Diminuito il carico, l’apparato radicale delle piante è stato conservato in vita perché potesse continuare a svolgere la funzione di “ancoraggio” della sponda in erosione”.
Prossimo step: la riprofilatura della sponda. E’ già stata eseguita l’indagine chimica per la classificazione dei materiali presenti, indispensabile, per legge, per proseguire e concludere l’operazione.
“Anche in questo caso la preziosa collaborazione tra enti ha permesso di dare una risposta rapida a un problema oggettivo per la sicurezza idraulica – ha commentato la Presidente del CB2 Serena Stefani – e, più in generale, per la pubblica incolumità. Il Consorzio si è attivato a tempo di record per risolvere la situazione nell’ambito delle sue competenze: mantenere in piena efficienza e funzionalità le opere e il reticolo idraulico in gestione. Importante è stata la disponibilità della Regione Toscana a condividere il percorso e l’attenzione del Comune che ha segnalato la criticità e richiesto l’intervento”.

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