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Nuovo ingresso nella Congregazione delle Suore Agostiniane della SS. Annunziata

La novizia Francesca Avanzo, mentre emette la professione con la mano destra sulla regola e le costituzioni, davanti alla Madre Generale suor Teresita Edayadil e accanto il Vescovo mons. Stefano Manetti.

di Franco Giunti

La tua anima così non è più tua, ma di tutti i fratelli e anche le loro anime sono tue, o meglio, le loro anime insieme alla tua non formano più se non un’ anima sola, l’ unica anima di Cristo”. Con questo pensiero di Sant’Agostino, lettera 243, riportato nel cartoncino-ricordo donato durante il rinfresco svoltosi ai Saloni della Basilica, suor Francesca Avanzo, 39 anni, entrata a far parte della Congregazione delle Suore Agostiniane della SS. Annunziata, ha salutato parenti, amici e conoscenti, che hanno assistito alla sua Professione Temporanea.

La cerimonia, presieduta dal Vescovo, mons. Stefano Manetti, si è svolta ieri nella chiesa di San Lorenzo, a San Giovanni Valdarno. Durante la Celebrazione Eucaristica la giovane religiosa ha ribadito con gioia la decisione di diventare sposa di Cristo.
Poi la sua dichiarazione di castità, povertà ed obbedienza e la benedizione e la consegna dell’ abito e del velo alla neoprofessa insieme al libro della Liturgia delle Ore, la Regola e le Costituzioni.
Rientrando in convento suor Francesca, originaria del Veneto, durante un’intervista, ha detto: “La scelta che ho fatto vorrei avesse il profumo dei sogni belli, quelli a colori, plurali perché non autoreferenziali ma aperti agli altri, pieni di speranza perchè tutti noi siamo chiamati a ‘sperare contro ogni speranza’, come scrive san Paolo ai Romani e come amava ripetere spesso La Pira. Vale la pena spendersi per qualcosa di grande, non vivere al ribasso, mettendoci il proprio nome e cognome, anche sui passi storti, perché ‘ogni cicatrice è un autografo di Dio’, canta Jovanotti, ed è proprio così: tutto è dono, anche le nostre ferite sono luoghi di incontro con l’Amore che salva”.
Parlando dei giovani di oggi ha aggiunto: “Sant’Agostino in un’omelia ha scritto così, e lo ricordo innanzitutto a me stessa, perché mi fa bene, e poi credo faccia bene a tutti: ‘ama e fa’ ciò che vuoi; sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che perdoni, perdona per amore; sia in te la radice dell’amore, poiché da questa radice non può procedere se non il bene.”

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