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Sanità: nuovo bando per il primariato di neurologia. Intanto l’Area Vasta annuncia 1,5 milioni per le liste di attesa

Furono definiti “dirigenze come colabrodo” per gli ospedali aretini fra cui anche il Monoblocco della Gruccia. La notizia che nei presidi aretini mancano ben 9 primari ha preoccupato non poco il mondo della politica locale. La paura che l’area vasta, tanto decantata, finisse per diventare una debacle per i nosocomi della provincia ha spinto la politica a parlare dell’argomento persino in consiglio regionale. La prima a farsi portavoce delle preoccupazioni per i posti vacanti da primario è stata la consigliera del pd di Arezzo Lucia di Robertis che ha presentato a suo tempo un’interrogazione in consiglio. “Un tema “serio, che riguarda ruoli chiave”, aveva risposto l’assessore regionale alla sanità Stefania Saccardi che aveva precisato come “non ci sia stata alcuna volontà di sopprimere unità”, ma anzi aveva chiarito “l’intenzione di ricoprire i ruoli scoperti” per cessazione dal servizio, quiescenza o dimissioni. “I bandi – aveva poi precisato – sono già stati pubblicati ad agosto per chirurgia generale, ostetricia e ginecologia. Ebbene sono passati alcuni mesi ed almeno un altro bando è già nel bollettino Ufficiale della Regione Toscana del 16 gennaio scorso, parliamo di quello relativo al primariato di neurologia. Il futuro medico che vincerà il concorso dovrà dividersi tra i due ospedali del San Donato di Arezzo e del Valdarno, come recita il bando stesso. Intanto oggi in una conferenza stampa a Siena l’assessore Saccardi ha sciorinato i numeri delle prestazioni erogate nell’anno passato nell’area vasta Arezzo-Siena Grosseto. “Sono state oltre 3.800.000. Durante lo scorso anno, la diagnostica strumentale (Rm, ecografie, ecc) è aumentata del 3%, così come il numero di visite effettuate nella specialistica.
Per quanto riguarda l’abbattimento delle liste di attesa in ambito chirurgico, si è parlato di un progetto che prevede un investimento di 1,5 milioni di euro. Sono state prese in considerazione le specialistiche che hanno un maggior numero di utenti in attesa. Le linee di intervento riguardano Chirurgia Generale, Urologia, Oculistica e Ortopedia, per le quali è stato calcolato il fabbisogno di sedute operatorie aggiuntive, utili a ad abbattere i tempi fino ad un massimo di tre mesi. Per gli interventi saranno utilizzati tutti gli ospedali della rete, in modo da decongestionare le strutture più grandi.

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