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Addio Hamrin, mito viola. Ha allenato anche il Figline negli anni 70

Oltre 150 goal in quasi un decennio con la maglia della Fiorentina consacrano Kurt Hamrin fra i grandissimi di tutti i tempi della storia viola. Furbo, intelligente, rapinoso… i vecchi tifosi se lo ricordano ancora con i calzettoni abbassati e quel suo passo leggero tanto da fargli avere il soprannome di uccellino, anche per quel suo fisico minuto. Ma lo svedese, morto a Firenze a 89 anni, ha dato molto anche al Milan vincendo coi rossoneri uno scudetto, una coppa dei campioni e una coppa delle coppe. Voluto, a dispetto dei suoi 34 anni, dal paron Nereo Rocco che lo aveva rilanciato alla grande nel Padova dopo una prima non fortunata esperienza italiana alla Juventus sul finire degli anni 50. Ma Hamrin ha un legame anche con il Valdarno dato che negli anni Settanta ha allenato anche la prima squadra del Figline.

Kurt si era messo in luce e alla grande nel mondiale del 1958 nella sua Svezia dei “vecchietti” arrivata a contendere il titolo al Brasile di Pelé fino alla finalissima. Si era stabilito poi a Firenze, zona Coverciano, ed una delle sue figlie ha sposato l’ex giocatore viola Moreno Roggi. Pacato ed attento osservatore di un calcio profondamente cambiato fino all’ultimo dei suoi giorni. Con Hamrin se ne va un grande calciatore, una brava persona e un autentica leggenda della Fiorentina: i suoi dribbling e le sue reti restano scolpite in maniera indelebile nella storia gigliata.

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