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Il ponte di Bucine nel quadro di Leonardo Da Vinci “Leda e il Cigno”. Il sindaco incontra il ricercatore Sordini

Leonardo, il Valdarno e quel filo sottile di mistero che evoca di tanto in tanto suggestioni affascinanti. E se le Balze farebbero da sfondo al sorriso enigmatico della Gioconda e alla Vergine delle Rocce, un altro spicchio del territorio viene ora indicato come fonte d’ispirazione per il genio vinciano. E’ l’antico ponte romanico di Bucine, distrutto durante la seconda guerra mondiale e di cui rimane solo un’arcata. Riconosciuto nel paesaggio che incornicia “Leda col cigno”, l’opera del 1500 conservata alla Galleria Borghese di Roma e attribuita probabilmente a Cesare da Sesto che dell’immortale artista fu discepolo. Ne è convinto il ricercatore di Ponticino Francesco Sordini che, osservando la tela, copiata dall’allievo dall’originale leonardesco andato perduto, ha notato anche il profilo del Pratomagno. Una tesi che troverebbe conferma nella biografia del “maestro”. Da giovane sarebbe venuto più volte in visita da un parente nel comprensorio. Nei giorni scorsi il ricercatore leonardesco ha incontrato il sindaco e la Giunta per presentare la sua scoperta. Pietro Tanzini lo ha ringraziato, evidenziando che “se l’ipotesi trovasse riscontro, produrrebbe una vasta eco sui media e favorirebbe il turismo in Valdambra”. Sordini illustrerà la sua teoria alla cittadinanza in un incontro pubblico previsto nella prossima estate.

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