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Vacchereccia, ex scuole: il Collettivo Bujanov risponde agli amministratori

La farmacia comunale e l’ambulatorio medico di Vacchereccia sono a rischio chiusura e il Comune di Cavriglia ha deciso di trasferirli nella ex scuola del paese finora sede del Collettivo Bujanov. Alla nota diffusa ieri dall’amministrazione comunale, che evidenziava come la decisione fosse frutto un percorso partecipato, oggi risponde il Collettivo e la versione è completamente diversa.
“Abbiamo appreso in maniera del tutto fortuita che i locali che attualmente ospitano il centro popolare Don Chisciotte, sarebbero stati in un attimo di distrazione generale venduti”.
Nella replica si evidenzia come sia previsto che “l’acquirente privato demolisca il bene pubblico per consentire (oltre all’immancabile profitto per qualcuno) all’amministrazione comunale di soddisfare i bisogni principali degli abitanti di Vacchereccia”.
“Troppo comodo parlare dello sgombero forzato di un centro popolare autogestito nei termini di una riqualificazione, aver fatto finta di niente finché è convenuto: manutenzione gratuita, patentino di amministrazione “sensibile”e solidale e spacciare la solita speculazione a scapito del patrimonio pubblico come soddisfazione dei bisogni dei cittadini. Al fumo negli occhi istituzionale preferiamo parlare chiaro: uno sgombero è uno sgombero! E qualcuno si dovrebbe assumere la responsabilità politica di gestirlo”.
Secondo il Collettivo, insomma, siamo di fronte all’ennesimo “bene pubblico privatizzato;l’ennesimo luogo non mercificato di aggregazione, aperto a tutti chiuso;l’ennesima esperienza di lotta e resistenza a questo sistema di alienazione e sfruttamento repressa per costruire appartamenti, una farmacia e tre studi medici…”
E a conferma della loro lettura i rappresentanti del centro ricordano il parere dell’associazione dei farmacisti valdarnesi: “Parla dell’inevitabile chiusura della farmacia perché non “performante”. Quindi basta cambiare posto, far girare un po’ di soldi e magicamente la nuova farmacia macinerà profitti (vero motore di questo nostro triste mondo)? Oppure addirittura si prevede che, grazie del prossimo arrivo nelle capienti miniere di S. Barbara delle terre contaminate TAV, un incremento del consumo dei medicinali… Ci chiediamo anche se la ridente e sonnolenta Vacchereccia abbia come prima necessità una farmacia (e altri appartamenti)…”
Duro il giudizio: “Dal nostro punto di vista un’amministrazione arrogante e furba porta come sempre avanti i suoi interessi di bottega, ignorando una realtà che da 15 anni porta avanti (unica in Valdarno)le pratiche dell’autogestione e dell’autorganizzazione, vero fumo negli occhi della sinistra di potere”.
Quanto all’accusa di abbandono e degrado della struttura si rammenta che il centro popolare produce “in maniera stabile attività “culturali” a volte vivaci e rumorose ma vitali e comunque espressione delle contraddizioni che animano questa società. Una voce indipendente e scomoda, collegata a tante altre voci scomode nel tempo e nello spazio, che ancora parla di antifascismo e di anticapitalismo. Il degrado – conclude la replica – è il risultato della deriva liberista e autoritaria che le classi dirigenti di tutto il mondo hanno abbracciato”.
“Per concludere non abbiamo granchè da dire al sindaco. Donchi o non Donchi le ragioni della sua esistenza rimangono immutate, bisogni insoddisfatti genereranno risposte adeguate”.

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