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Serristori. I Cobas: “La riapertura del Pronto Soccorso non può avvenire se la struttura non viene messa in sicurezza”

I Cobas della Usl Toscana Centro tornano a parlare dell’ospedale Serristori di Figline, a pochi giorni dalla manifestazione e dall’annuncio dell’azienda sanitaria della riapertura del Pronto Soccorso H24 il 20 luglio. Un annuncio, che come hanno spiegato Valentina Fontanelli, Simone Crinelli e Domenico Mangiola, è arrivato all’improvviso senza un adeguato confronto con il sindacato e la RSU aziendale e, a quanto risulta a loro, neppure con le Amministrazioni Comunali del Valdarno Fiorentino.
“Non è nuova questa autoreferenzialità e autoritarismo gestionale da parte della Direzione Generale USL Toscana Centro nei confronti del presidio ospedaliero Serristori e delle attività e servizi distrettuali, territoriali e domiciliari della zona Valdarno Fiorentino – hanno aggiunto – , diversamente dal resto dell’azienda dove ogni modifica e/o chiusura è preventivamente comunicata ed oggetto di confronto sindacale. Tutte le chiusure, trasformazioni e le modifiche dell’organizzazione del lavoro o il ritardo negli adeguamenti strutturali del presidio e della sua mancata messa in sicurezza sono avvenuti senza l’adeguata, tempestiva e costante informazione vedi: P.S., Sub-Intensiva, oncologia, chirurgia, sala operatoria, servizi specialistici ambulatoriali, endoscopia, cardiologia, odontoiatria, attività diagnostiche analitico strumentali e farmacia”.
Riguardo alla comunicazione aziendale sulla riapertura H24 del Pronto Soccorso del presidio ospedaliero di Figline in coincidenza dell’apertura del DEA del presidio OSMA, i Cobas tengono a precisare che la riapertura prevista per il 20 luglio non può avvenire se la struttura non viene messa in sicurezza, con adeguata dotazione di personale, medico dedicato, personale infermieristico e operatori socio sanitari, senza però sottrarli ad altri reparti. Risorse di personale che, per il sindacato, devono essere necessariamente integrate con altri professionisti medici H24 per consulenze quali chirurghi, anestesisti e cardiologi.
A questo riguardo sono già state deliberate dalla Direzione Generale per il fabbisogno aziendale le assunzioni di 59 anestesisti, 28 specialisti di medicina interna, 35 specialisti di medicina e chirurgia di accettazione e urgenza, 16 cardiologi, mentre per il comparto sono state deliberati 540 infermieri (dei quali assunti 518) e 220 oss (dei quali assunti 215).
“La sicurezza in pronto soccorso – hanno continuato i Cobas – non può prescindere dalla riapertura in H24 del laboratorio Analisi e della Radiologia per le necessarie guardie attive. Vanno integrati, agli attuali tecnici sanitari di laboratorio analisi, 5 unità e ulteriori 4 unità agli attuali tecnici sanitari di radiologia.
A tal proposito sono già state deliberate dalla Direzione Generale per il fabbisogno aziendale le assunzioni 26 tecnici sanitari di laboratorio (dei quali assunti 19), 34 tecnici sanitari di radiologia (dei quali assunti 25). I numeri esibiti sono tratti dal resoconto aziendale e dal monitoraggio degli appositi Dipartimenti, quindi non ci sono più alibi per l’Azienda, che ha le risorse necessarie per adeguare il presidio ospedaliero ai requisiti strutturali e organizzativi previsti dalla normativa vigente”.
I Cobas hanno ricordato che l’integrazione di questo personale risponderebbe non solo alle necessità dell’area critica ma implementerebbe e potenzierebbe l’offerta sanitaria pubblica con risposte adeguate ai bisogni sanitari dei cittadini che si rivolgono al presidio ospedaliero.
“La riapertura – hanno proseguito – deve coincidere con la cessazione immediata del blocco di accesso da parte del 118 dalle ore 20,00 alle ore 07,00 dei pazienti al Pronto Soccorso, permettendo la presa in carico medico assistenziale degli stessi. Queste sono le condizioni per uscire fuori da una voluta precarietà del Pronto Soccorso preesistente alla pandemia, che è stato gestito senza personale medico dedicato e senza risorse e la cui riproposizione ai soli fini elettorali troverebbe una forte resistenza, oltre che da parte nostra anche
da parte dell’area medica”.
“Altra condizione per garantire una corretta e appropriata presa in carico del paziente nei diversi setting terapeutico assistenziali – hanno proseguito – è la riapertura della Sub Intensiva, il cui potenziamento dei posti letto è previsto dalle normative in essere, con conseguente adeguamento del personale anestesista
in grado di gestire in sicurezza la presenza in sala operatoria, la gestione dei posti letto in Sub Intensiva e le consulenze in pronto soccorso. Gli attuali 4 anestesisti vanno immediatamente integrati con altre 4 unità che servirebbero a mantenere l’attività nelle sale operatorie per gli interventi chirurgici sia la mattina che il pomeriggio riaprendo altresì la Week Surgery sette giorni su sette”.
Per i Cobas è poi necessario il potenziamento dell’area ambulatoriale con particolare attenzione ai pazienti oncologici, l’apertura cardiologia in H24 e dell’endoscopia attualmente funzionante 3 giorni alla settimana, la riapertura dell’odontoiatria attualmente chiusa e senza data di riattivazione. “Vorremmo infine che prima della attivazione della libera professione medica nel presidio in intra moenia (che vede coinvolti più di 27 specialisti medici) venissero riaperti tutti i servizi specialistici ambulatoriali e diversificati a seconda del fabbisogno di salute della popolazione”.

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