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60 anni fa il Vajont. Una immane tragedia…

Disastro del Vajont Fotografie dell' Ispettorato Vigili del Fuoco, terza circoscrizione, sede di Belluno donate all' Onorevole Giacomo Sedati, Commissario del Governo per il Vajont. ANSA/OLDPIX

3-4 minuti sono bastati per cancellare Longarone, seminare morte a Casso, Erto, ovunque, e per uccidere 1910 persone e provocare un immane strage di bambini e ragazzi, ben 487 dagli 0 ai 15 anni. 817 le vittime mai ritrovate o identificate. La sera dell’8 ottobre 1963…era una sera come tante in quest’ angolo del Veneto a ridosso delle montagne più belle. Ai bar del paese le TV in bianco e nero trasmettevano una partita in diretta della coppa dei campioni di calcio.

Alle 22.39 fu l’apocalisse: 260 milioni di metri cubi di roccia piombarono nell’invaso della diga del Vajont, 32 secondi per alzare un’onda alta 70 metri che scavalco’ la diga provocando il dislivellamento delle sponde del lago stesso e precipitando a valle. Un boato, un’onda d’urto superiore alla bomba nucleare di Hiroshima, la morte che arriva all’improvviso nel buio della sera, lo spostamento d’aria che sbalza le povere vittime a chilometri e chilometri di distanza.

E, alle prime luci dell’alba, nè un albero nè una rovina come per il terremoto, solo una distesa di melma e fango, un dolore immane e impossibile. Famiglie distrutte, tutto spazzato via…Una tragedia immane e anche in questo caso figlia dei troppi errori commessi dall’uomo. E anche oggi, lo possiamo dire, il Vajont non ha insegnato nulla o molto poco. Cementificazione, approssimazione, incuria e tutto il resto rendono sempre le nostre città e i nostri luoghi insicuri ed impreparati agli eventi naturali….

Oggi a Longarone sarà il presidente Sergio Mattarella a portare il saluto ed il cordoglio degli italiani. Nel cimitero di Fortogna molte lapidi senza nome e senza un corpo…il Vajont 60 anni dopo rimane il simbolo della tragedia.

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